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Stampa: Piccola Scuola di Circo: «quando montammo il nostro primo tendone»

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PICCOLA SCUOLA DI CIRCO:

 

«QUANDO MONTAMMO IL

NOSTRO PRIMO TENDONE»

 

15/11/2019 Intervista alla fondatrice e direttrice della Piccola Scuola di Circo che compie 25 anni: «la pratica delle discipline circensi è una alternativa sana a qualsiasi sport. Chiunque vi può trovare il suo ruolo. Inoltre è una attività molto socializzante dove i ragazzi tessono relazioni sincere che durano negli anni»

Da venticinque anni è una realtà originale e capace di aggregare bambini e ragazzi attraverso un’originale offerta di gioco e attività fisica come quella del circo. Una realtà amatissima dai più piccoli che si fonda su una forma espressiva ricca di fascino e valori. Chi per prima ha intuito le affinità tra ginnastica artistica/ritmica e una disciplina in cui il corpo viene utilizzato come strumento di comunicazione grazie a una lunga e attenta preparazione fisica è la direttrice Camilla Peluso. Alla fine degli anni ’80 si innamorò delle arti circensi e le fece diventare non solo una passione ma anche oggetto di studio nella sua tesi di laurea all’Isef.

Come è nata l’idea di aprire una scuola di circo?

«Ho praticato ginnastica artistica sin da bambina e la mia passione per il circo è nata proprio dalla passione per le performance acrobatiche. C&rsquoè poi stata una serie di coincidenze, la prima tornando da un viaggio in Grecia sul finire degli anni &rsquo80 ho incrociato a Verona una della prime convention di giocoleria organizzate in Italia: da lì il desiderio di fare delle sperimentazioni con le mie ginnaste in palestra. Questa intuizione mi ha portato a sviluppare la mia tesi di laurea all&rsquoISEF sull&rsquoaspetto educativo e motorio delle arti circensi che poi ho poi applicato nella scuola media di via Vivaio a Milano anche con alunni ipovedenti.Ho deciso poi di aprire una vera e propria scuola, ho iniziato a tenere i primi corsi in una palestra privata di Milano. L&rsquoassociazione sportiva dilettantistica è nata nel 1994, ma il primo saggio sotto il tendone è ancora precedente, nel 1993. Abbiamo montato il nostro primo tendone e cercando chi ce lo potesse noleggiare, mi sono rivolta al Circo Medini Città di Milano e seduto sui gradini di una roulotte ho riconosciuto il Clown Coca Cola, il grande Vittorio Medini e da lì siamo diventati amici &hellip, Pierino Medini e sua moglie Aghi negli anni ci hanno sempre sostenuti».

A chi è rivolto principalmente l’insegnamento di queste discipline?

«Gli allievi della scuola vanno dai 3 ai 50 anni: si potrebbe dire che è proprio rivolta a tutti! Organizziamo corsi ludici così come di specializzazione per gli allievi che si preparano a intraprendere la carriera di artista di circo contemporaneo. Certo inizialmente il fuoco era molto rivolto ai bimbi, ma la filosofia era più ampia, abbiamo sempre organizzato la rassegna Saltimbanchi DOC dove sono transitati i nomi più importanti del nuovo circo e siamo i primi ad avere fatto conoscere la disciplina dei tessuti aerei in Italia, ospitando nel lontano 2004 una compagnia argentina: CircoXiclo. Dal punto di vista motorio la pratica delle discipline circensi è una alternativa sana a qualsiasi sport e non essendo una agonistica è veramente formativa e alla portata di tutti. Qualsiasi tipologia fisica può trovare il suo ruolo e indirizzo. È una attività molto socializzante e i ragazzi formano gruppi e tessono relazioni sincere che durano negli anni e sono fonte di sostegno reciproco».

Anche i suoi figli sono coinvolti?

«Tutti e tre i miei figli, Iannis, Milo e Lapo hanno frequentato la scuola, perché il circo ha una forte impronta familiare e il loro padre, Claudio Madia, è stato il direttore artistico della Piccola Scuola di Circo fino al 2015. Lapo, che è stato un enfant prodige di monociclo, è l&rsquounico attualmente coinvolto e insegna equilibrismo nei corsi di base».

Il circo è passato di moda?

«Non credo. Sicuramente ha subito una grande trasformazione: non più animali, lustrini, paillettes e segatura ma arti performative. Tra le materie materie del corso professionalizzante abbiamo danza contemporanea, trapezio statico, corda, tessuti, cerchio, palo cinese, giocoleria, equilibrismo, acrobalance, verticalismo, acrobatica, roue cyr, comicita&rsquo eccentrica, drammaturgia circense. Con il nostro nuovo direttore artistico Milo Scotton stiamo esplorando nuove drammaturgie dello spettacolo circense e ci interroghiamo quotidianamente sul significato profondo o del termine circo contemporaneo e il cartellone della stagione 2019/2020 della Piccola Scuola di Circo cerca di rispondere a questa domanda, con spettacoli ed eventi molto diversi fra loro».

Che differenza c’è tra il circo tradizionale e quello contemporaneo?

«Il circo tradizionale è basato sulla ricerca della perfezione nell&rsquoesecuzione di un numero, la matrice militare del fondatore del circo equestre Philip Astley è la costante di ogni performance. Il circo contemporaneo cerca invece una architettura drammaturgica, inscena un racconto, il fine ultimo è suscitare emozion»i.

Che risposta avete avuto in una metropoli come Milano?

«C&rsquoè stata una risposta altissima dal punto di vista dei bambini che praticano circo, e infatti le scuole si sono moltiplicate, molte sono anche &ldquofiglie&rdquo nostre. Per questa ragione la Piccola Scuola di Circo si è evoluta, fino a diventare scuola di specializzazione riconosciuta da Ministero dei Beni Culturali, per la formazione di artisti di circo contemporaneo».

Da www.famigliacristiana.it del 16/11/19

16/11/2019 18.04.18

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