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“Quando mio marito fu sbranato dal leone del circo e in paese pensarono a uno scherzo”

“Quando mio marito fu sbranato dal leone del circo, e in paese pensarono a uno scherzo”

Sono passati trent’anni ma il ricordo è sempre vivo. Quello di Roberto Marino, trapezista, saltatore e clown tuttofare che il 10 febbraio 1986 rimase vittima di un terribile incidente avvenuto al circo Texas a Santa Croce di Magliano. Il ricordo è quello della moglie, Maria Pagnotta, che vive proprio nel paese del Basso Molise. Allora Roberto notò il leone fuori dalla gabbia quando all’improvviso venne aggredito dall’animale, che lo dilaniò, uccidendolo in poco tempo. Il figlio Raffaele fu richiamato dalle urla del padre, si precipitò in suo soccorso, venne a sua volta aggredito ma riuscì a salvarsi. Il leone si allontanò verso il centro del paese, dove fu abbattuto a colpi di fucile. Oggi la moglie Maria, insieme ai figli, ai nipoti e ai pronipoti ha voluto ricordare questo evento per rinnovare l’affetto e una preghiera per Roberto, «che resta nel cuore di tutti». Con questa storia, affidata al ricordo dei testimoni oculari, Primonumero.it comincia una nuova rubrica: fatti ripescati dalla cronaca passata e riportati nel presente, per paragonare ieri e oggi e conservare la memoria delle nostre comunità.

Quel giorno a Santa Croce di Magliano c’era la neve. Il tendone del circo non era stato ancora montato. Faceva troppo freddo per allestirlo e organizzare uno spettacolo con tanti animali, artisti e giocolieri. Tutto doveva essere pronto a primavera, per mostrare quanto il circo ‘Texas’ era diventato grande, capace di ospitare anche mille e cinquecento persone. Maria Pagnotta ricorda quel giorno con grande lucidità, ogni singolo istante del 10 febbraio 1986. Da allora sono passati trent’anni, da quando suo marito, Roberto Marino, rimase vittima di un terribile incidente: sbranato da un leone uscito dalla gabbia mentre una bufera di neve imperversava sul paese.

«Mio marito – spiega Maria, che vive ancora a Santa Croce di Magliano – sapeva fare ogni cosa. Era trapezista, saltatore, clown e tuttofare. Stava portando il cibo ai cani ammaestrati quando dei bambini che stavano giocando a palle di neve si sono messi a gridare. ’Zio Pagnotta c’è il leone fuori, c’è il leone fuori!’. Loro sono scappati da me e abbiamo chiamato subito i Carabinieri. Era l’ultimo giorno di carnevale e molti pensavano a uno scherzo». Tutti increduli per quanto stava avvenendo in paese, con il terrore che pian piano prese il sopravvento.

«Allora Roberto – racconta Maria con le lacrime agli occhi – aveva notato il leone fuori dalla gabbia. All’improvviso venne aggredito dall’animale, che lo dilaniò, uccidendolo all’istante. Non ci fu niente da fare. Mio figlio Raffaele fu richiamato dalle urla del padre, si precipitò in suo soccorso nella gabbia, venne a sua volta aggredito. Vidi il leone addosso a mio figlio, cercai di arrampicarmi a un camion per prendere qualche ferro fino a quando Raffaele riuscì a salvarsi. Il leone si allontanò verso il centro del paese, dove fu abbattuto a colpi di fucile. C’erano i carabinieri, la gente iniziò a scappare, ho un ricordo così vivo che tutto sembra così vicino anche se sono passati trent’anni da questo tragico incidente che all’epoca fu trattato anche dai giornali».

A distanza di tanto tempo Maria Pagnotta, insieme ai figli, ai nipoti e ai pronipoti ha voluto ricordare questo evento per rinnovare l’affetto e una preghiera per Roberto, che resta nel cuore di tutti: «Era una persona buona, un grande professionista. Aveva una grande umanità, sempre disponibile e generoso con tutti. Per lui il circo era molto importante, rispettava gli animali e non avrebbe mai immaginato che alla fine sarebbe stato aggredito da un leone. Le cose sono andate così e ancora oggi penso a quel giorno. Lo ricordiamo tutti con grande affetto e per lui il mio cuore batte più forte ogni volta che osservo le fotografie degli spettacoli». (FO)

Da Primonumero.it

 

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