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OGGI ORLANDO ORFEI ENTRA NELLA LEGGENDA PER SEMPRE

OGGI ORLANDO ORFEI ENTRA NELLA LEGGENDA PER SEMPRE

Dopo un ricovero ospedaliero di due settimane dovuto a un’infezione polmonare, qualche ora fa si è spento all’età di 95 anni in Brasile, dove risiedeva stabilmente da ormai 47 anni, Orlando Orfei, uno dei protagonisti della Storia del Circo Italiano del Dopoguerra, mattatore della pista con i suoi leoni, straordinario comunicatore, geniale inventore, artista istrionico e direttore dotato di grande immaginazione e lungimiranza.

OGGI ORLANDO ORFEI ENTRA NELLA LEGGENDA

Nonostante la tristezza che accompagna inevitabilmente la notizia di una scomparsa, siamo consapevoli che Orlando Orfei si possa a tutti gli effetti definire una leggenda del circo. Una leggenda per gli italiani che negli anni Cinquanta e Sessanta lo hanno conosciuto come il più popolare direttore e artista di circo dell’epoca, al pari di Darix Togni: due straordinari domatori molto diversi, ma in grado di incantare l’immaginazione di bambini e adulti in un’epoca straordinaria del circo. Ma anche una leggenda per il Brasile e l’America Latina che oggi lo piangono come un eroe nazionale.

OGGI ORLANDO ORFEI ENTRA NELLA LEGGENDA

Orlando era un sognatore e un avventuriero che non si fermava davanti a nulla e quando, come un vero e proprio temerario ha lasciato l’Italia per affrontare una tournée in Brasile lasciando nel nostro Paese la fama, il successo, un nome prestigioso, l’idolatria del pubblico e la simpatia delle istituzioni, ha saputo ricostruire il suo impero Oltreoceano. Chi conosce bene la sua storia sa che arrivato in Brasile, nonostante il buon esito degli spettacoli, Orlando si trovò nel mezzo di una rivolta civile in seguito alla quale perse tutto, ma non si diede per vinto: costruì uno chapiteau e si addentrò per gli angoli più remoti del Sud America, dalla Bolivia al Cile, portando il suo bastimento di fantasia e meraviglia a popoli che non avevano mai visto nulla di simile. Da lì un successo crescente, fino a ritagliarsi un posto nell’immaginario collettivo e nella cultura di quei paesi.

Come domatore fu pionieristico. Mise da parte l’addestramento in ferocia facendo suo lo stile delle carezze con le leonesse: abbracci e coccole divennero la cifra stilistica del suo numero,  che rimane un momento di grande spettacolarità anche grazie agli inseguimenti, il carosello, i salti sulla gabbia e gli schiocchi di frusta. Per non parlare della folle cattura delle iene che per alcuni anni aveva inserito nello spettacolo rendendolo ancora più leggendario. I cinegiornali e i rotocalchi degli anni 50-60 riportano ancora delle foto e dei video incredibili: Orlando che si fa la barba nella gabbia dei leoni insaponandosi la faccia con la coda del leone usato come pennello; Orlando con la leonessa al guinzaglio sul pattino e in spiaggia; la leonessa “da tiro” che appunto tira il carrettino su cui siede Orlando; pittore nella gabbia dei leoni, etc. Cose che non vedremo mai più e che nessuno potrà più ripetere sia perché un altro Orlando Orfei non c’è più sia perché il perbenismo culturale imperante non accetterebbe questo genere di spettacolarità che, ci teniamo a sottolinearlo, non era esito di violenze o sopraffazioni, bensì testimonianza della straordinaria confidenza che Orlando aveva instaurato con i suoi animali.

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Qualche settimana fa parlando con il primogenito Alberto alla domanda su come stesse Orlando rispondeva: “Sta bene, nonostante l’Alzheimer. Mi dice spesso che il suo cruccio è non poter ritornare in Italia con il suo circo”. E in effetti quella è probabilmente l’unica impresa che non ha potuto compiere e che tutti noi avremmo sognato.

Recentemente, nel corso di un’intervista alla tv nazionale, alla domanda, “Signor Orlando, se lei non avesse fatto il direttore di circo cosa avrebbe voluto fare?” rispondeva “L’inventore!”. E cosa le avrebbe voluto inventare? “Il Circo” – rispondeva ridendo Orlando.

Liana Orfei qualche anno fa mi disse: “Orlando è sempre stato uno straordinario comunicatore, seduceva il pubblico, sapeva parlare benissimo. E se avesse scelto di fare il sacerdote, sarebbe diventato sicuramente Papa!”.

Nei grandi il vero confina con il mito, con la leggenda e nella figura e nella storia di Orlando esiste tutto questo, anche se anche gli aspetti leggendari sono straordinariamente veri e documentabili. Non c’è esagerazione. Il web è pieno di video di interviste, momenti di spettacoli e foto utili per ricostruire una carriera straordinariamente luminosa. La trasmissione del 1959 “Il Mattatore” in cui il Circo Orfei ospitava l’altrettanto carismatico e istrionico Vittorio Gassman dimostra ampiamente la capacità di Orlando di dividere la scena con i pezzi grossi della tv e del teatro.

Siamo tristi perché in qualche modo si spezza un sogno, ma non vogliamo lasciarci andare alle lacrime, bensì celebrare un grande personaggio che rimane impresso in maniera indelebile nella nostra storia e nella nostra cultura.

E’ morto Orlando. Viva Orlando!

” in un mondo moderno dove il divertimento si basa sulla violenza, sesso e porno, il circo rimane puro come una poesia “. Orlando Orfei.

Dario Duranti

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PS: Negli ultimi 20 anni abbiamo conosciuto e riscoperto la figura di Orlando Orfei anche grazie alla fattiva collaborazione, all’entusiasmo, all’amicizia con il figlio Alberto che ci ha parlato del padre e della propria esperienza nel circo. Abbiamo avuto modo di conoscere storie, vedere foto, leggere aneddoti che abbiamo riportato sulla rivista In Cammino a puntate per circa dieci anni. Per questo dobbiamo ringraziare Alberto, testimone prezioso di un mondo e di un’epoca che bisogna assolutamente consacrare alla storia. Nel porgere dunque le nostre condoglianze ad Alberto e a tutti i figli e nipoti di Orlando, ci preme ringraziarlo fraternamente per la generosità con cui si è messo a disposizione affinché anche al di qua dell’Oceano la storia di Orlando si conoscesse con lucidità e precisione.

ORLANDO ORFEI LA CARRIERA DA DOMATORE – WORLD CIRCUS ARTIST IL VIDEO DEL 1992

02/08/2015 10.54.32

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