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ELEFANTI, CATALOGNA, BAMBINI

CIRCUS CONELLI 2016: Nuove foto dello spettacolo

ELEFANTI, CATALOGNA, BAMBINI

Nelle ultime settimane alcune notizie sono passate inosservate, un paio riguardano il mio animale preferito dopo il cane, l’elefante Una terza invece arriva dalla Regione Spagnola della Catalogna.
Queste notizie sono l’occasione per farmi nuovi nemici tra i “fanatici ad ogni costo”.. da una parte e dall’altra.
La prima notizia arriva dalla Bielorussia, durante un esercizio in cui l’elefante deve scalare degli sgabelli, un attrezzo posizionato male cede ed in pachiderma cade malamente. E’ un esercizio che l’addestratore mette in programma da anni e già questo dovrebbe far pensare che gli sgabelli vengano sistemati bene e, magari, con qualche fermo di sicurezza. Invece l’impressione è quella dell’approssimazione, diamo pur la colpa agli operai, un padre mette la sicurezza del figlio in mano agli operai?
Il problema però è un altro: nel 2015 con il Circo che ha tutti i fucili puntati addosso, ha senso presentare in pista certi numeri? Ha senso quando un animale come l’elefante è già uno spettacolo solo se cammina?
Capisco la ricerca dello stupore, l’emozione, il rinnovarsi, ma con tutti gli attacchi a cui è soggetto il circo un minimo di attenzione nelle scelte sarebbe opportuna.
Già l’attenzione, e veniamo alla Danimarca. Un gruppo di elefanti africani viene portato al bagno in un fiume. Fin qui nulla, anzi, un applauso all’addestratore. Al ritorno verso il circo le auto si fermano ed i curiosi diventano numerosi, cosa che innervosisce gli elefanti, tanto più che quelli africani hanno un carattere più vivace del tipo asiatico.
Ma come -qualcuno obietterà- e quando sono in pista davanti al pubblico? La pista, la scuderia, il circo sono la lora casa, sono giunti li da piccoli ed è quella che riconoscono come casa (imprinting?). Fuori i curiosiche li rincorrono, urlano, le auto che tagliano la strada non fan altro che innervosirli. Non è la classica “cavalcata” è il caos e siamo noi gagi curiosi che lo creiamo. Ad un certo punto, due elefanti erano già rientrati, il terzo si arrabbia con un inserviente ed a farne le spese è un auto che il pachiderma sposta di alcuni metri. Ciascuno giunga alle proprie conclusioni, io ne ho due. L’elefante ha dimostrato che se si arrabbiareagisce La gente è attratta dagli animali, non tutti hanno le possibilità economiche di certe giornaliste o degli intellettuali da salotto, persone che ci dicono di andare a vedere gli animali nelle riserve in Africa, comefosse una gita parrocchiale alla portata di tutti.
E tanto per parlare di elefanti, mi ha incuriosito una notizia americana, un bambino di 10 anni che armato di megafono protesta nelle manifestazioni animaliste davanti al circo Ringling. 

Da LaStampa.it
“Basta elefanti al circo, Joseph Moreno attivista a dieci anni
oseph, vegano convinto, lotta in prima linea da anni (quando ne aveva otto partecipava già a manifestazioni come la Giornata Nazionale dei Diritti degli Animali) e fa sentire la sua voce al posto di chi non ce l&rsquoha. «Glielefanti sono stanchi -urla in un megafono durante la protesta- sono stufi di essere maltrattati ogni volta che non obbediscono»”.

Ciascuno è libero di pensare come vuole, sugli elefanti preferisco un elefante vivo al circo piuttosto che uno morto senza zanne o per un contadino arrabbiato. Sul bambino che già a 8 anni aveva fatto scelte “convinte”,o è un fenomeno, oppure prima o poi qualcuno sarà denunciato per maltrattamenti. Non per la scelta alimentare o animalista, ma perché ad 8 anni un bambino deve giocare e vivere la sua infanzia in modo spensierato,poi crescendo sceglierà quale strada seguire.

Catalogna: Apprendiamo da alcuni siti prestigiosi che il 22 luglio il Parlamento della Catalogna ha approvato una legge che vieta i circhi con gli animali selvatici, questo grazie alle campagne di sensibilizzazione dialcune associazioni. Ma come? Sono anni che in quella regione non ci sono più circhi con animali esotici.
Queste notizie suonano come manifesti pubblicitari a beneficio di chi combatte il Circo.
Ricordo che in Catalogna un paio di anni fa è stata abolita la corrida, ma attenzione, non per rispetto del toro, ma perché quel tipo di spettacolo non ha nulla a che vedere con la tradizione locale, ovvero una dimostrazione di indipendenza dal governo centrale di Madrid. Per i poveri tori però, la tradizione locale continua a prevederne l’utilizzo nelle sagre dove ne subisce di tutti i colori con pace dei politici e delle associazioni.
Un secondo sospetto viene pensando che la “plaza de toro” di Barcellona sarà trasformata in un moderno centro commerciale, un monumento per lo shopping.

Termino questa mia lagna con una bambina ed un elefante, una foto (autorizzata dai genitori) che viene da un Circo Italiano.  (mt)

 

28/07/2015 19.36.19
 

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