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Verona, a rischio chiusura la famosa scuola circense

Di Massimo Rossignati

VERONA – Il Circo è un’arte antica che non tramonta mai. Anzi, si evolve, gli spettacoli del Circo assumono infatti sempre di più la connotazione di vere e proprie rappresentazioni teatrali dove alla forza fisica, si aggiunge la presenza scenica, la capacità espressiva. Verona è una delle capitali del Circo, in quanto vi ha sede una delle più prestigiose scuole al mondo. «Il 2015 vedrà Verona protagonista mondiale del circo con un vertice internazionale di circhi e, forse, addirittura con una specie di mondiale delle arti circensi. E questo, grazie all’esistenza dell’Accademia del circo».

Ad annunciarlo è Andrea Togni, discendente della grande famiglia circensi, figlio di Bruno Togni, artista e direttore di circo, e di Renata Mayhofer, ballerina acrobatica tedesca, ed oggi direttore dell’Accademia d’Arte circense di Verona, realtà unica in Italia e probabilmente seconda nel mondo solo alla Scuola del circo di Mosca. Una realtà che, però, è anch’essa a rischio visti i tagli decisi dal Governo al “Fus”, il Fondo unico per lo spettacolo, che finanzia teatri, fondazioni liriche ed anche le scuole di arti circensi. L’Accademia del circo è nata a Verona nel 1988 e qui, dopo una breve parentesi a Cesenatico durante i Mondiali ’90 (il tendone della scuola allora era ospitato vicino allo stadio Bentegodi), è sempre stata. Unica in Italia e seconda nel mondo sia per la qualità e l’ampiezza dell’offerta didattica, sia per la presenza al suo interno di un convivio che permette di ospitare gli studenti che arrivano dai circhi, i figli dei circensi, come avviene a Mosca con la Scuola russa di circo.

«Siamo l’unica scuola per i figli dei circensi perché qui nel convivio possiamo ospitarli mentre le famiglie continuano il loro lavoro in giro per il mondo – spiega Togni che durante le vacanze natalizie sarà a sua volta impegnato in una tournée in giro per l’Europa, e che nel suo curriculum vanta di esser stato direttore di pista del prestigioso Festival Internazionale del Circo di Monte Carlo e artista del famoso Ringling Bros and Barnum & Bailey di New York -. Da questa scuola sono usciti grandi circensi, come per esempio i fratelli Adans e Ivan Perez, portoghesi verticalisti “main à main”, più volte premiati al concorso mondiale di Montecarlo. Tra l’altro, Adans è stato anche marito di Stefanie di Monaco, presidentessa del circo Internazionale di Montecarlo».

Oggi, l’Accademia del circo di Verona, fondata da Egidio Palmiri, conta un 130 studenti “esterni”, che cioè seguono i corsi come si fa all’università, ed una trentina di allievi “a convitto”. «Qui si punta al massimo livello di preparazione perché nel circo non puoi sbagliare – dice Togni -. E gli insegnanti sono il meglio del panorama mondiale, siamo a livello della scuola russa. Inoltre, i nostri studenti, dopo i primi corsi, sono già in grado di esibirsi come artisti di strada, intrattenitori, oppure proseguendo gli studi lavorare nei teatri o come stuntmen. L’ultima, per esempio, è Katrin Padovani, 16enne, diplomata all’Accademia lo scorso anno, che a novembre ha conquistato tutti al talent show di Canale 5 “Tu si que vales”». I corsi attivati in questo anno accademico sono: tessuti, cerchio aereo, palo, giocoleria, trapezio, verticalismo, contorsionismo, trampolino e corpo libero. Presidente della scuola è sempre il Grande Ufficiale Egidio Palmiri, storico presidente per oltre 50 anni dell’Ente Nazionale Circhi. «Siamo nati a Verona – ricorda Togni – perché qui fanno base grandi famiglie circensi, come la mia, ma anche i Casartelli e gli stessi Orfei. Oggi siamo con il fiato sospeso perché non conosciamo ancora le decisioni del Governo sui fondi Fus, che valgono 450 mila euro l’anno per l’accademia (a copertura dei salari e dell’80% delle spese). È chiaro che un taglio anche di un centinaio di migliaia di euro metterebbe a rischio l’attività e ci costringerebbe ad aumentare le rette degli studenti». «La nuova ripartizione del Fus sarà fatta secondo criteri legati in modo più diretto alla produttività e alla gestione dei conti, oltre che alla qualità della programmazione. In pratica serviranno progetti didattici concreti e legati al mondo del lavoro – precisa il veronese Antonio Giarola, direttore del “Cedac” (Centro di documentazione delle arti circensi) e famoso per essere da anni il regista dei grandi spettacoli equestri di Fiera Cavalli -. Io spero che i tagli non siano drammatici, ma sono sicuro che una realtà unica a livello europeo come l’Accademia del circo di Verona sarà preservata».

Da msn.com

02/01/2015 16.02.12

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