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Mulas va in scena con il Circus di Calder

darepubblica.it
di VALENTINA TOSONI

A MeranoArte una selezione delle immagini che il grande fotografo italiano scattò trail 1963 e il 1964 al circo in miniatura realizzato dallo scultore americanonegli anni Trenta

“Perlui volevo fare qualcosa di molto bello, volevo delle fotografie che fosserosignificative del suo atteggiamento – dell’aspetto giocoso della suaopera”. Ugo Mulas

L’intenzioneespressa è stata perfettamente raggiunta e rispettata: personaggi e oggettiinanimati del piccolo circo di Calder sono diventati reali. Attraversol’obiettivo del grande fotografo, che con l’arte a lui contemporanea dimostròsempre una perfetta affinità elettiva, l’opera d’arte raggiunge vita propria inogni elemento che la costituisce, rispettando le intuizioni della creazione.Sono 36 gli scatti selezionati, che dal 31 gennaio al 18 maggio, Merano Arteospita nella mostra “Ugo Mulas. Circus Calder”. Immagini originali, scattatetra il 1963 e il 1964 dal fotografo italiano al Circus Calder, una delle operegiovanili più particolari di Alexander Calder, realizzata tra il 1926 e il 1931e ora conservata al Whitney Museum di New York.

Calder avevarealizzato questo circo, una piccola magia,  che stava tutto chiuso in unavaligetta e diventata un campionario di meraviglie. Il Circus è costituito dapiccole sculture, figure umane, animaletti, costruiti con materialipoveri,  filo metallico, spago, gomma, stracci ed altri oggetti direcupero, tutti contenuti in una valigetta, che veniva aperta ogni seradall’artista per dar  dar vita a spettacoli improvvisati. L’idea direalizzare questo strano mondo Calderoli la ebbe a Parigi dove si trasferì nel1926 dopo aver conosciuto un produttore di giocattoli serbo e aver sperimentatoi primi giochi articolati. Lo spettacolo viaggiava, veniva proposto dallaFrancia agli Stati Uniti, alcuni movimenti erano meccanici altri erano aiutatida Calder e la sua  moglie si occupava della colonna sonora, facendosuonare musiche classiche da circo. Spettacolo ironico, d’arte povera perbambini in cui c’erano personaggi di tutti i tipi, il lanciatore di coltelli,il domatore di leoni, animali vari, cani, elefanti, bestie feroci compreso ilgrande leone. “Il circo si miniaturizzava e abbracciava lo spirito cheavevano le avanguardie storiche di tornare piccoli, bambini al potere, animatidallo stupore di cui si parlava nella teoria surrealista”, spiega ilcuratore del l’esposizione Valerio Dehò.

Ugo Mulas eAlexander Calder si incontrarono in questo comune sentire, avvertivano entrambila bellezza di riscoprire lo stupore del mondo dei bambini, e tra i due sistabilì un rapporto duraturo. La loro storia è quella di una grande amicizia.Si conobbero nel 1962 a Spoleto, dove Mulas era stato invitato a ritrarre gliartisti presenti alla mostra realizzata in occasione del Festival dei Mondi.Nel ciclo fotografico che Mulas ha dedicato alle opere ma anche ai gesticreativi e personali dello scultore americano, viene testimoniata la grandezzainnovativa dell’opera di uno degli scultori più importanti del XX secolo.

Tornando alCircus, di cui esistono video perché era di fatto anche un’opera performativa,Mulas con i suoi ritratti crea piccoli racconti per immagini,  riesce a faentrare chi osserva, nel singolo mondo di ciascun personaggio. “Li portaad avere la stessa dignità di persone, questa è la grande idea di Mulas:trattarli come fossero reali”, sottolinea il curatore.[…]

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28/01/2014 22.55.38

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