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UNA POESIA DI GIBO (Gianni Giannuzzi)

UNA POESIA DI GIBO (Gianni Giannuzzi)

Alessandro Grasso ci invia una poesia di GIBO, alias Gianni Giannuzzi del Circo Royal.
Quando si dice che il clown ha una sensibilità differente…..

 

UNA NAZIONE IL GRIDO IL PIANTO LA GIOIA DI LIBERTA’

Quello che la mente non vuol cancellare sono tutte le migliaia di persone costrette ad emigrare , le troppe donne e bambine costrette anch’esse a subire violenza e portare dentro di loro per  vendetta il seme dell’odio con rabbia forzando la volontà.
Quello che gli occhi non vogliono più vedere sono i colori violenti della disperazione , il rosso del sangue versato dalle montagne al mare lungo un fiume di strade negando uccidendo la grande voglia di libertà.
Quello che l’orecchio non vuol più sentire è il tuono dei tanti cannoni , i tanti fucili e pistole per intere giornate distrugger case e persone ed i bambini non poter fermarsi neanche un minuto a pregare.
Quello che il naso non vuol più odorare e quello acre del sangue , quello forte insopportabile della guerra che non ti fa respirare facendoti alla fine soffocare.
Quello che la bocca non può più gridare sono parole di pace o libertà costrette a restare giù in fondo alla gola con la speranza che un giorno non molto lontano possano salire e farti gridare quelle parole conosciute
imparate a memoria fin dalla più tenera età.
Quello che il collo vuole evitare è il cappio virtuale quel nodo scorsoio che ad ogni movimento o scossone ti fa sempre meno respirare quell’aria di gioia di pace di calma e libertà.
Quello che queste mani non possono fare è prendere altre mani di tante persone e formare una catena di mani multicolori e diversità uniti per dissolvere questa cappa di fumo nerastro che non ci fa respirare.
Quello che le braccia non possono fare è prendere un bimbo per farlo calmare fino a farlo addormentare , prendere una donna e farla danzare fino a stancare , alzare un anziano che sta per svenire e vederlo sorridere ed
incrociarle per ammirare un tramonto sul mare con calma , quel mare calmo e colmo di pace e tranquillità.

Quello che le gambe sono certo vorrebbero fare è innanzi a tutto scappare da questa brutta crudele realtà  , invece potrebbero passeggiare tutte insieme incontro al sole in amicizia e serenità.
Quello che questo mio corpo non riesce ad accettare è di essere disteso sull’erba distrutto in una pozza di sangue indifeso alla mercè degli elementi , ormai inanimato agonizzante senza avere la forza di fare niente
credendo che il mondo sia indifferente.
Quello che l’anima non vuol credere e questa fine quasi rassegnata , invece dal fondo si odon tante voci  , un arcobaleno all’improvviso mi illumina il viso , poi sento corrermi addosso sono i bambini sono innocenti,
sono ridenti e felici , i grandi invece sono piangenti , sono stanchi e feriti ma non sopraffatti e mai sconfitti , essi sono contenti è giunta finalmente la pace si possono ora rilassare.
Quello che adesso dal cuore ho voglia di dire è un grazie a tutti gli uomini di buona volontà , che in modo veloce hanno portato la pace in questa Nazione e alle sue tante città facendo sentire su questo mio suolo di
nuovo l’odore di pace e libertà portando in tutti noi di nuovo quella magica parola felicità.

Gianni Giannuzzi  in arte GIBO – 2013

17/09/2013 19.36.13

 

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