APPUNTI DI VIAGGIO: FOTO SELVAGGE

APPUNTI DI VIAGGIO: FOTO SELVAGGE

“Nella fotografia non ci sono nè odori nè suoni. In un certo senso racconta la verità pur essendo una bugia” (Brian Buffy)

Abituato alla nostra divertente educazione, mi ha colpito vedere come reagisce il pubblico all’estero (in modo particolare Germania) davanti al divieto di fotografare lo spettacolo. Prima dello spettacolo una voce fuori campo (o il presentatore in persona) detta le regole del circo, spiega dove si trovano le uscite di sicurezza, le toilette, il bar e ricorda al pubblico che sono proibite riprese fotografiche e video. Chi ha assistito a qualche spettacolo del Soleil sotto chapiteau avrà notato che appena si toccava la fotocamera arrivava un addetto che gentilmente ci ricordava di non fotografare. Negli anni ’80 ho assistito ad alcuni spettacoli in Germania ma a quel tempo non prestai attenzione alla cosa, la prima volta che mi capitò di guardare la reazione del pubblico fu al Circo Roncalli, per tutto lo spettacolo nessuno a fotografare, solo il nostro “Mauri” (autorizzato) con la sua fotocamera senza flash.

Nello scorso autunno ero al Circo Charles Knie, il presentatore fa l’annuncio e comincia lo spettacolo: ebbene, nessuno con la fotocamera, per tutto lo spettacolo non un click, non un flash. In Italia molti circhi hanno un cartello in biglietteria e sulle antenne “è proibita qualsiasi ripresa foto-video”, qualche presentatore lo annuncia anche prima dello spettacolo, ma appena si comincia i flash non si contano.
Vorrei riflettere sulla fotografia nel circo senza aver la presunzione di insegnare.
Provate a mettervi nei panni di un artista che sta per effettuare un esercizio, magari un salto mortale sul filo, e qualcuno che vi acceca con un flash.

Provate ad immaginare come “gode” ad essere bersagliato dal nostro flash un qualsiasi animale in pista. Gli stessi fotografi del circo (su alcuni di loro ci sarebbe da riflettere) quando nell’intervallo vi riprenderanno con un pony o con un elefante, non lo faranno mai indirizzando direttamente il flash negli occhi dell’animale. Lasciamo un attimo le foto per parlare di video. Se non abbiamo un’attrezzatura professionale, pensiamo proprio di rendere un favore al circo mettendo il nostro filmato su YouTube? Ci sono in rete filmati osceni che trasformano gli spettacoli, il curioso che vuol documentarsi per capire se è il caso di andare al circo del nostro filmato difficilmente pagherà un biglietto dopo aver visto la nostra “opera”. Un conto è un ricordo nostro personale, altra cosa renderla pubblica. Tanto per citare il solito Soleil, non troverete mai in rete un filmato amatoriale, e se succederà, dopo un mesetto lo avranno tolto. Flash a parte, un momento delicatissimo nelle foto di circo, sono quelle realizzate nello zoo. Se fatte senza attenzione diventano un archivio infinito da manipolare per i “no-circo”.
Tanto per fare un esempio, c’è la foto di una capretta che circola spesso in rete, si vede la “capretta affamata” con la testa sotto la transenna che cerca di afferrare dell’erba, la foto è sapientemente tagliata, non mostra il resto del recinto ne tanto meno il fieno e l’erba che l’animale avrebbe a disposizione, così tagliata quella foto diventa un manifesto “no-circo”. Capisco chi non vuole gabbie, ma fotografare il felino all’interno del carro lasciando intendere che abbia solo a disposizione un metro e mezzo di spazio evitando accuratamente di mostrare la gabbia esterna, è uno dei tanti tranelli che si trovano in rete. Un cammello “spelacchiato” fotografato in maggio non sarà un animale che si “alleggerisce” in vista del caldo, ma un animale sofferente e tenuto male…. insomma… evitiamo di fotografare l’elefante con l’occhio ammalato se non inquadriamo anche il veterinario che lo sta curando.

(mt)

immagini di repertorio

09/12/2012 10.15.31