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Quattro sbandieratori italiani per lo spettacolo Zarkana de “Le Cirque du Soleil”

da scoprinewyork.it

Su Facebook appare come il tipico ragazzo della porta accanto, magari in luna di miele a New York.

E invece, a Manhattan, Marco Senatore ci vive da protagonista. Si esibisce, insieme a Federico Pisapia e i gemelli Giuseppe e Vincenzo Schiavo, a Le Cirque du Soeil, il più importante al mondo.

Un circo senza animali in gabbia, in cui emerge soprattutto l’abilità dell’ artista. E Marco un artista lo è a tutti gli effetti. Questo circo è nato dall’ingegno di Guy Laliberté, fondatore e proprietario, che iniziò negli anni ’80. All’inizio sottotono, ma poi il pubblicò apprezzò. E da allora è diventata una di quelle cose che prima o poi bisogna vedere,  che vorrai  raccontare ai nipotini, qualcosa di unico, il nuovo Barnum.

E cosa racconterà Marco ai nipotini? Prenderà un mappamondo, e col dito indicherà tutti i posti in cui è stato. New York è tra questi.  La sua favola inizia a Cava dei Tirreni (Salerno), un piccolo gioiellino a pochi passi dalla costiera amalfitana. Era un bambino, e vedeva quelli più grandi fare meraviglie con la bandiera. Li guardava dal basso, senza immaginare che un giorno sulla vetta ci sarebbe stato lui.  Quella degli sbandieratori è una tipica tradizione cavese. Sbandierano in tanti,  ma Marco è riuscito ad internazionalizzare questa passione, a dargli un respiro globale.

Prima ha lavorato presso Disney Sea a Tokyo, adesso si trova laddove nessun sbandieratore è mai riuscito ad arrivare:  Le Cirque du Soleil, il mito. Dopo tanti provini hanno scelto lui, e Marco ha indicato  i propri compagni, cambiando la vita anche a loro. La sua esibizione è all’interno dello spettacolo Zarkana, presso il Radio City Hall. Ben presto si trasferirà a Las Vegas, e lì rimarrà 4 o 5 anni.

Dii paese in paese, Marco continua la vecchia tradizione del viandante, tipica di chi si ciba di spettacoli.  “In Italia ci torno spesso, e con piacere-  sottolinea-  D’ altronde posso andare anche nel miglior ristorante al mondo, ma nulla è come una pranzo da mia nonna. A Cava ho tanti amici  e tutta la mia famiglia, purtroppo quel che vedo è un’assoluta mancanza di prospettive, e questo mi preoccupa. Come fare a costruirsi una famiglia lì?”

New York è una cartolina piena di luci in cui si è sentito subito a casa, dalla finestra  vede illuminarsi l’Empire State Building: ogni notte un colore diverso, mentre lungo le avenue scorrono i taxi, veloci come la vita Manhattan. “E’  stato bello affacciarsi alla finestra e vedere l’Empire State Building  ed il Chrysler con la sua eleganza –sospira Marco- Scendere la mattina e prendere un caffè prima di cercare un taxi, parlare  con il tassista, avere tante possibilità diverse per trascorrere il proprio tempo libero. Lo so, mi mancherá questa città”. Questa città lo ha colpito particolarmente:  ” Di metropoli in tutto il mondo ne ho viste tante, ma questa è qualcosa di spettacolare. Viverla da turista è bello,  ma viverla da newyorkese lo è  ancora di più.” Perché? “Riesce a darti quella tranquillità che se ti guardi intorno, e vedi tutto quel caos, non ti spieghi come possa fare a trasmetterti tanta serenità. Quando quest’anno sono ritornato qui con mia moglie ci siamo sentiti di nuovo a casa perché Nyc ha questo potere magico:  di far sentire tutti a casa tua”.Alla città mancheranno la sua esibizione. Ne siamo  certi!

13/09/2012 9.51.34

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