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La ragazza sul filo del sogno

LEI è una ragazza di Graz e va per il mondo. Con il circo. È venuta a impararlo a Grugliasco, il circo. E adesso può usarlo per girare il mondo, come ha sempre voluto sin da bambina. Aurelia Eidenberger ha 28 anni, fa sorrisi tra i più belli che possiate incontrare ed è la ragazza del fil souple, la corda molle. Ci sta sopra con i piedi, si sdraia, fa la verticale, salta, scivola, cammina, ruota, come fosse seduta in un cantuccio di casa. Su un filo, una corda nera sottile, si sente a casa. Dice: «Sono cresciuta a Graz, una città dell’ Austria meridionale, piena di studenti, molto verde e molto bella. Mi piaceva viverci e mi dicevo che, se non fossi nata a Graz, ci sarei venuta e mi sarei fermata. Ma, siccome sono di Graz, sono andata via». Per dare corpo a un desiderio, nell’ autunno del 2009 è arrivata a Grugliasco, ha fatto un provino e ha cambiato vita. La passione del circo l’ ha sempre avuta, ma a Graz lavorava come fisioterapista. Racconta: «Ho fatto le scuole steineriane e, dopo il diploma, la mia idea era di prendermi un anno per un viaggio in Sud America. Poi sarei tornata e avrei provato a fare l’ Accademia di fisioterapia. Tutti dicevano che era difficile entrare e si riusciva solo al secondo tentativo. Così do l’ esame di ammissione sicura di non passare e invece mi prendono subito. Da un lato sono stata contenta, dall’ altro mi sono mangiata le mani per il viaggio che saltava». Se ne è concesso uno più breve dopo la laurea, prima di cominciare a lavorare come fisioterapista in ambulatorio. Se la guardi, non sembra, ma Aurelia, un fuscello elegante, una timida tranquilla, con pure qualcosa da maschiaccio, non sta mai ferma. Appena può, parte. In due ore di chiacchiera, ad ascoltare i suoi racconti, è più il tempo che ha passato in viaggio che a casa. Nell’ agosto di tre anni fa, in Olanda, le parlano delle scuole professionali di circo. «Non sapevo nemmeno che esistessero. Mi dico: perché non posso farne una anch’ io? Sì che posso, e comincio a cercare su internet. Mia sorella mi segnala Cirko Vertigo di Grugliasco. Era settembre, le prove di ammissione in quasi tutte le scuole erano chiuse, qui invece sarebbero state dopo due settimane». Il 23 settembre viene al provino: un numero di due minuti, equilibrismo, giocoleria, acrobatica, dimostrazione di adeguata preparazione fisica. Lei fa, loro la prendono. Aurelia torna a Graz, dà il mese di preavviso all’ ambulatorio dove lavora e il 2 novembre comincia l’ avventura. Sa il tedesco e l’ inglese, impara l’ italiano, studia il francese. Divide un appartamento con altri allievi. Poi, per quasi due anni, vive in un furgone. Lezioni e allenamenti dalle nove alle cinque, tuttii giorni. Lei sceglie la corda, la continua ricerca dell’ equilibrio, dice. Adesso ha terminato l’ ultimo anno del progetto pilota. In autunno partirà per Tolosa. Ma intanto giovedì, nell’ ambito del festival “Sul filo del circo”, alle Serre di Grugliasco si esibisce insieme con quattro compagni in uno spettacolo ispirato a Federico Garcia Lorca, La luna in un giorno, regia di Pablo Volo e Manel Pons Romero, un incanto di leggerezza e semplicità, di estrema fisicità poetica. «Qui ho imparato le cose per poter vivere, spero, con il circo – spiega Aurelia – Mi sento pronta ad affrontare quello che ho sempre sognato: partire e viaggiare lavorando nel circo, incontrando persone, imparando nuove cose. Avevo nove anni quando ho pensato che avrei potuto fare una cosa simile». A Graz, vicino a casa di un’ amica, d’ estate, per tre settimane installavano una scuola amatoriale di circo. Lei l’ ha provata un anno, ci è tornata l’ anno dopo e l’ anno dopo ancora e poi ancora, fino a diciannove anni, prima come allieva, poi come insegnante, e intanto imparava il volteggio a cavallo, i giochi con il fuoco, l’ acrobatica, un po’ di teatro di strada, un po’ di danza. «Mi piacevano e pensavo che un giorno mi sarebbero servite – dice – In questi tre anni fuori dal circo ho fatto poco, anche pochi viaggi, ma ho riunito in un mestiere tutte le cose che ho fatto nel corso del tempo. Sono piuttosto curiosa e amo capire come si fanno quelle cose che non si fanno tutti i giorni». È così che scopri i tuoi limiti e li metti alla prova, dice. Quando ti alleni, lavori sul limite. Vale anche per la vita, dice: devi sempre osare e andare al limite delle tue possibilità per crearti il futuro. Lo dice mentre danza sulla corda. «Qui sopra è una continua ricerca di equilibrio- sorride- Io mi sento più leggera, è tutto più morbido e più concreto insieme. È una sensazione come di sogno». Sarà vero, ma ancora più vero è che, lì sopra, abbandonata al filo, è lei, Aurelia Eidenberger da Graz, a essere una sensazione come di sogno. Lo è diventata passando tre anni a Grugliasco.

GIAN LUCA FAVETTO

Da La Repubblica

08/08/2012 19.50.07

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