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IL MOVIMENTO GIOVANILE: La proposta di Circusfans

CIRCUS CONELLI 2016: Nuove foto dello spettacolo

IL MOVIMENTO GIOVANILE:
La proposta di Circusfans

Nelle settimane scorse si è creato attraverso le pagine del social network Facebook il Movimento Giovanile del Circo Italiano, con lo scopo di promuovere nuove idee volte a migliorare l’immagine del circo nel nostro paese.

Alla guida del Movimento, Bianca Montico, figlia di Gaetano Montico, nota per la sua attività di trapezista in circhi e spettacoli importanti (recemente una tournée con Brachetti e il contratto al Circo Price di Madrid).

 

La nascita di questo gruppo spontaneo è un segnale di grande importanza perché si prefigge il compito importante di coinvolgere i giovani, a lungo tagliati fuori (o autoesclusi) dalla gestione dei problemi della categoria. Una categoria che non riesce a passare il testimone alle giovani generazioni sarebbe una categoria poco lungimirante, incapace di costruirsi un futuro. Del resto con i ritmi di lavoro sempre più impegnativi, può capitare che inevitabilmente i giovani si facciano carico degli aspetti logistici e dello spettacolo, rinunciando ad occuparsi anche di strategie, di comunicazione e di direzione.

 

L’intento del Movimento è di coinvolgere non solo i giovani appartenenti alle famiglie circensi, e quindi essenzialmente artisti e direttori, ma di aprirsi anche al mondo degli appassionati e di coloro che hanno a cuore le sorti del circo, indipendentemente dalla loro origine ferma o circense.

 

 

 

Mercoledì 29 giugno a Latina in Zona Acque Alte (Borgo Piave) si terrà il 1° Raduno ufficiale del Movimento Giovanile del Circo Italiano. Un’occasione informale per capire “da che parte cominciare”, contarsi, e buttare giù un piano d’attacco, necessario e fondamentale per agire e porsi degli interrogativi che anche a nostro avviso sono irrimandabili.
 
L’Associazione Circusfans Italia, per ragioni meramente logistiche e legata al lavoro dei propri membri molto probabilmente, a malincuore, non potrà essere presente ai lavori. Ci teniamo però a provare a raccogliere una serie di stimoli letti qua e là e di riflessioni che si sentono spesso tra le carovane, ma che non sempre vengono espresse apertamente. Proviamo a unirle alle nostre riflessioni e a sintetizzare alcuni dei punti, proponendoli come punto di partenza per una riflessione che potrà anche rifiutarli e stravolgerli, ma che non può prescindere dall’affrontare alcuni temi.
 
1)    Il tema degli animali. Il problema degli animali è sicuramente un punto importante da affrontare, ma siamo fermamente convinti che non sia “il” tema centrale. I problemi che il circo incontra non sempre sono legati alla presenza di animali, anche se la campagna mediatica ostile al circo da parte di associazioni animaliste (o pseudo tali) è continua e battente. Poi vi sono le azioni di boicottaggio nei confronti delle quali bisogna reagire con fermezza e disciplina: non cedere alle provocazioni, bensì filmarle, fotografarle, documentarle opportunamente così da avere gli strumenti per azioni legali. I manifesti imbrattati, la pubblicità danneggiata devono essere azioni documentate per denunciare i reati commessi, se la pubblicità è correttamente posizionata e pagata. Cadere nella provocazione e quindi reagire significa ottenere il risultato desiderato da questi facinorosi, ottenere visibilità mediatica che è il principale obiettivo delle loro azioni dimostrative finalizzate ad infangare la categoria dei circense e non a tutelare il benessere degli animali. Per quanto riguarda gli animali l’unica cosa da fare è far conoscere davvero al pubblico la natura del rapporto che lega la gente del circo ai propri compagni di viaggio e di lavoro: effettuare nell’intervallo una visita guidata con una o più persone in grado di raccontare caratteristiche delle varie specie, ma anche aneddoti della loro permanenza nel circo. Organizzare (e dunque pubblicizzarle su manifesti e biglietti) giornate di prove aperte, open day nelle piazze principali ad ingresso libero. Coinvolgere i canili e le associazioni che si occupano di animali. Tutto questo per avvicinare la gente al circo e dimostrare che non c’è nulla da nascondere tra le tende del circo. Tutte azioni che hanno costi minimi e che se ben organizzate hanno un’efficacia pubblicitaria un ritorno a livello di immagine molto superiore rispetto ad azioni di pubblicità (intese come locandine, manifesti e sconti) e di comunicazione istituzionale.
 
2)    L’immagine del circo in generale è sicuramente un argomento centrale su cui lavorare. Ma prima ancora bisogna lavorare sull’immagine dei circhi. Ossia dei singoli complessi. Il pubblico inevitabilmente fatica a riconoscerli, nel momento in cui sono gli stessi circhi a rinunciare alla personalizzazione. Adottando tutti la stessa insegna, utilizzando immagini e bozzetti anonimi, tutti uguali e privi di personalizzazione. Vogliamo che il pubblico vada a vedere un circo qualsiasi? Oppure vogliamo che il pubblico vada al circo sapendo che va a vedere qualcosa di particolare? Di unico e di raro? Bisogna saper valorizzare e vendere il proprio prodotto. Se non ci crede neanche chi lo propone, come fa a crederlo il pubblico? Bisogna portare la gente al circo, con l’obiettivo preciso però che vi ritorni, soddisfatta da ciò che ha visto.
 
3)    Nei comuni fanno di tutto per scoraggiare i circhi. Regolamenti complicati, ostici, inapplicabili, burocrazia asfissiante, bolli, tasse e gabole di ogni tipo. Regolamenti incomprensibili. Sicuramente bisogna lavorare ad un livello politico per unificare le procedure e i regolamenti, riducendo la discrezionalità dei singoli amministratori che disapplicano la legge nazionale e fan quello che pare a loro. Ma al contempo bisogna fare in modo che per le Città il circo non sia un problema da vivere con fastidio. Un circo che lascia la piazza sporca crea un danno difficilmente recuperabile a tutta la categoria, annullando l’azione positiva di decine di circhi onesti e rispettosi che son passati prima su quella piazza. Un circo che “attacca” fuori dagli spazi porterà all’inasprimento di sanzioni e divieti in materia di pubbliche affissioni. E così via… L’arrivo di un circo in città deve essere un evento festoso che coinvolge tutta la popolazione, dalle scuole alle famiglie, aumentando le azioni di “circo sociale” attraverso visite negli ospedali, nei istituti minorili, nelle carceri, nelle case di riposo.
 
4)    Anche nei Comuni la vita è complicata per l’effetto stesso di tutta questa burocrazia che si ritorce contro anche le stesse istituzioni che la promuovono. In un contesto del genere, è evidente che tutte le beghe tra i circhi, tra i colleghi dunque, non possono che risultare una grana in più per le amministrazioni comunali che si trovano sormontati da domande di plateatico da parte di circhi che le inviano a tappeto e magari non sono interessati a visitare quella città. Circhi che a vicenda contestano la priorità di un collega. Concorrenze sfegatate, circhi che non inviano la rinuncia, etc… L’approvazione di un regolamento unitario e contemporaneamente di una disciplina nell’invio delle domande nei comuni potrebbe sensibilmente ridurre queste criticità e favorire una maggior armonia tra amministrazioni comunali e circhi e quindi un clima di maggior accoglienza nei confronti di questi ultimi.
 
5)  Il pubblico è la linfa vitale per il circo. E’ il target con cui misurarsi per avere successo. E’ il proprio cliente e come è scritto ancora in molti negozi “il cliente ha sempre ragione”. Il pubblico va amato, rispettato, coccolato, stimolato, anche educato e abituato. Il pubblico vuole cose nuove, idee nuove, stimoli nuovi. Perché fuori dai cancelli del circo l’evoluzione è rapidissima. Un cantante dura in classifica pochi mesi e poi può sparire nell’oblio. I film restano nelle sale poche settimane, poi vanno al noleggio, alla vendita dei dvd e intanto si scaricano abusivamente on line. Si corre tutti verso l’ultima novità per dimenticarla poco dopo ed inseguirne un’altra. I consumi culturali (quindi anche e soprattutto gli spettacoli) devono stare al passo con i tempi, non solo a livello di tecnologie (anche se questa è una esigenza primaria), ma anche a livello di gusti del pubblico. Se non ci si adegua, il circo rimane confinato ad uno spettacolo per bambini e per famiglie che hanno bambini. E questo sarebbe riduttivo. Il circo ha e deve mantenere un taglio popolare e un impatto su tutte le fasce di età della popolazione. Ma questo “appeal” non va dato per scontato, deve essere quotidianamente aggiornato.
 
6)    Il pubblico, dunque, è la linfa vitale per il circo. Non può essere considerato come composto da “gaggi” a cui rifilare un biglietto sconto poco chiaro, un cuscino a 2 euro non incluso nel prezzo del biglietto, un ambiente freddo, uno spettacolo ridotto perché domani si viaggia, una pubblicità ingannevole, etc. Uno spettatore fregato è uno spettatore perso.
 

 

Da tutto questo emerge una distinzione tra due livelli di temi da affrontare: i problemi esterni (opinione che la società ha del circo, ostilità dei movimenti animalisti, accanimento della burocrazia nei confronti del circo) e i problemi interni (correttezza nei confronti del pubblico, correttezza tra i colleghi, adeguatezza degli spettacoli, comfort delle strutture, adozione di una efficace strategia di comunicazione istituzionale a favore del circo, adozione di forme di pubblicità dello spettacolo circense adeguate alla società attuale).

Rispetto a tutto questo siamo certi che per essere rispettati, occorra in primo luogo rispettare ed evitare tutte quelle situazioni in cui si i “nemici” possano attaccare gratuitamente il mondo del circo. DA QUI LA NECESSITÀ DI STIPULARE TRA TUTTI GLI OPERATORI DEL SETTORE, UNA SORTA DI PATTO ETICO, UN IMPEGNO A RISPETTARSI A VICENDA, A RISPETTARE IL PUBBLICO E A RISPETTARE UNA SERIE DI REGOLE DI PRIMARIA IMPORTANZA CHE VANNO ASSOLUTAMENTE A VANTAGGIO DI TUTTI, NON SOLO NEL LUNGO PERIODO, MA ANCHE DA SUBITO.

 

Impegnarsi tutti, anche formalmente, nella firma di un documento che contenga impegni precisi a livello di disciplina, rispetto delle normative vigenti, rispetto del pubblico e aggiornamento degli spettacoli costituirebbe il primo passo per esprimere realmente la volontà di impegnarsi in un rinnovamento della categoria, in un tentativo importantissimo (anche se un po’ tardivo) di rilanciare nel nostro Paese il circo come spettacolo popolare per eccellenza. Di parole in questi anni se ne sono fatte tante. Di occasioni per esprimere insoddisfazione per l’andamento del settore ne abbiamo viste molte. Di proclami anche. Ora è il momento che ciascuno nel proprio operato metta in atto azioni eticamente corrette volte a salvaguardare l’interesse di tutti e il settore nella sua interezza, rinunciando magari ad azioni che seppur sul momento potrebbero dare un vantaggio (economico, ma non solo), portano il mondo del circo ad un declino, alla perdita della preziosissima simpatia del pubblico, alla perdita dell’appoggio delle istituzioni e all’ostilità dei comuni.

 

Questo potrebbe essere uno spunto di riflessione per l’incontro di mercoledì 29 giugno del Movimento Giovanile del Circo Italiano cui auguriamo un buon lavoro!

D.D.

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26/06/2011 23.27.47

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