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Incontro con il clown Daniel, dalle strade di Bucarest a Bologna

BOLOGNA – Arriva da Bucarest, ma da tre anni e mezzo vive a Milano. “I miei amici mi prendono in giro, dicono che sono diventato milanese”: si presenta così Daniel Romila, un ragazzo di 32 anni che ha deciso di fare dell’arte di strada il suo mestiere. Daniel è uno dei ragazzi che all’inizio degli anni ’90 vivevano nelle strade di Bucarest, la cui vita è cambiata dopo l’incontro col celebre clown Miloud Oukili. Dopo anni di spettacoli in giro per l’Europa, insieme alla compagnia teatrale Parada, ieri Daniel è arrivato a Bologna per esibirsi per i bambini del Pilastro. “Credo che l’arte di strada e gli spettacoli che coinvolgono direttamente i bambini – spiega – possano aiutare ad uscire da situazioni difficili. Se non avessi cominciato a fare spettacolo, sarei ancora per strada”.

Daniel, quando è nata la scelta di fare l’artista di strada?

“La scelta di fare l’artista di strada l’ho presa quasi per caso. Ero uno dei tanti ragazzini che vivono per le strade di Bucarest. Ho cominciato questa vita a undici anni, e fino ai quindici ho dormito per strada, guadagnandomi da mangiare come potevo, elemosinando e scappando dalla polizia.

Poi, l’incontro con il Miloud Oukili.

“Era venuto in città per fare degli spettacoli. Quando entrai in contatto con lui, non sapevo fare niente. Mi ha insegnato tutto. Nel 1996 sono entrato a far parte della compagnia teatrale Parada, e da allora ho girato tutta Europa, gestendo anche corsi di formazione all’interno della compagnia. Ho avuto modo di lavorare anche con diversi circhi. Ho seguito corsi al Cinque du Soleil, e alla Scuola teatro Paolo Grassi di Milano, dove vivo tuttora. È una città all’avanguardia in questo settore.

L’esperienza emiliana è una novità?

Ero già venuto un paio di anni fa, avevo lavorato con il Circo della Pace nel 2007, partecipando all’edizione di quell’anno a Bagnacavallo (Ravenna). Avevo anche collaborato precedentemente con i centri educativi del Pilastro, in un laboratorio teatrale a cui partecipavano direttamente i ragazzi.

Mentre Daniel risponde alle nostre domande, si prepara per lo spettacolo, truccandosi il viso e cambiandosi d’abito. Il classico costume da clown goffo e maldestro è un aspetto fortemente esaltato da Daniel. “Il mio punto di forza – spiega – non è far vedere quanto sono bravo, bensì quanto posso sbagliare. La banalità è alla base del mio spettacolo. Per stupire il pubblico, bisogna prima stupire se stessi”.

Il burrascoso tuo passato ha un ruolo in quello che fa oggi?

Non voglio fare esibizioni esclusivamente artistiche, ma anche educative. Ho accettato di venire tra i ragazzi del Pilastro proprio per questo motivo: voglio andare dove posso sentirmi utile, far ridere i bambini e dedicargli dei momenti di spensieratezza è la cosa più importante per me. Questa arte può essere terapeutica.

30 maggio 2011

di Redattore Sociale

Da social.tiscali.it del 30/05/11

31/05/2011 7.43.58

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