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Stampa: Gardaland valuta la chiusura dello storico delfinario

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Il direttore del parco divertimenti: è solo una ipotesi. Se si decide è per ragioni di sensibilità

«Delfinario, questione etica»
Gardaland valuta la chiusura

La società: attacchi e polemiche, rischio di immagine

VERONA — Col termine delle scuole e prima della grande fuga verso il mare, Gardaland sta vivendo in questi giorni il momento di massimo afflusso. Ogni quattro persone che entrano nel parco, una decide di spendere cinque euro in più e acquistare il biglietto per il Palablu, dove può assistere allo storico spettacolo di delfini, che ad ogni replica fa il tutto esaurito da 35 anni, con una media di 750 mila spettatori per ogni stagione. Eppure dall’annoprossimo loshow potrebbe saltare e non per ragioni economiche, ma per una scelta che si potrebbe definire «d’immagine».

«È solo una delle ipotesi sul tavolo – precisa Danilo Santi, direttore del parco divertimenti più grande d’Italia – e io voglio scommettere che non accadrà. Ma tra le varie opzioni che stiamo esaminando in questo periodo assieme con i proprietari della britannica Merlin Entertainments, c’è anche quella di chiudere il delfinario e sostituirlo con un’altra attrazione». Una decisione che andrebbe contro gli immediati interessi economici del parco. «So che sembra strano – ammette Santi – perché Gardaland è una grande azienda il cui scopo è quello di fare utili, eppure in questo caso la scelta sarebbe dettata da ragioni “etiche”, o meglio, dalla volontà di assecondare un certo tipo di sensibilità». In sostanza, si abbasserebbe il sipario su uno spettacolo storico, costruito col lavoro e la passione di un gruppo d’istruttori altamente specializzati, perché una parte dell’opinione pubblica non vede di buon occhio il mantenimento dei delfini in cattività.

«Non entro nel merito della questione – risponde il direttore – ma bisogna capire che Merlin è una grande multinazionale, che attraverso i suoi acquari, tra cui il Sea Life di Gardaland, s’impegna nella tutela della specie marine. Alivello internazionale combatte contro la caccia alle balene. C’è chi vede una contraddizione tra questo impegno ambientalista e la presenza di delfini nei parchi divertimento». Anche se è passato qualche anno dalle polemiche che hanno colpito il parco a causa della scomparsa di alcuni esemplari, il delfinario resta un’attività «a rischio». «Periodicamente capita di essere oggetto di attacchi. Alivello statistico ciò non ha senso, perché in mare i delfini hanno solo una probabilità su quattro di sopravvivere, mentre qui i nostri animali godono di ottima salute. Tuttavia bisogna mettersi nei panni della proprietà e capire cosa significa per loro questo rischio a livello d’immagine ». Gardaland non è proprietaria dei delfini che accudisce. Li ha in affitto da una multinazionale specializzata nel settore del noleggio di animali e il contratto è scaduto da sei mesi. Parallelamente, l’acquario di Genova sta costruendo un delfinario. È fuorviante pensare a un trasferimento degli animali dal lago di Garda al Mar Ligure? «È un’ipotesi molto prematura – obietta Santi – anche perché i tempi combaciano poco. Qualora decidessimo di chiudere il Palablu, ciò accadrebbe a inizio 2011, al termine della riapertura invernale per le feste natalizie. Il delfinario di Genova non credo sarà pronto prima del 2012. Comunque la cosa non ci riguarda, non essendo nostra la proprietà dei delfini. Quello che posso dire, invece, è che a breve rinnoveremo il contratto d’affitto ». «Il vero tema – conclude – è però quello del rinnovamento: Gardaland per mantenere il successo raggiunto è condannata a cambiare e per questo quando immaginiamo come sarà il parco tra cinque anni, non escludiamo nessuna ipotesi».

Davide Pyriochos

Da corrieredelveneto.corriere.it del 14/06/2010

15/06/2010 15.51.08

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