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Stampa:Arte,sogni e fantasia di un continente:Afrika! Afrika!

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Arte, sogni e fantasia di un continente:Afrika! Afrika!, l’orgoglio in uno show.

Dal 28 aprile lo spettacolo a Milano

di Andrea Spienelli

MAKAYA ha vent’anni e un corpo sgusciante. Quando lo vedi scivolare dentro l’ovale di una racchetta da tennis senza corde – prima un braccio, poi la testa, poi la spalla, poi l’altra spalla e giù giù fino alle caviglie – non puoi che rimanere sbalordito. Il suo numero di contorsionismo è uno dei piatti forti di Afrikal Afrikal, la mega produzione tedesca ispirata al continente nero in procinto di sbarcare a Milano e a Roma dopo aver collezionato oltre due milioni e mezzo di spettatori in tre anni di repliche qua e là per l’Europa.

UN “MAGICAL CIRCUS”, ideato e portato in scena dal regista viennese André Heller, che approda dal 28 aprile al 3 maggio al Mediolanum Forum e dal 5 al9 maggio al PalaLottomatica per raccontare quell’Africa animistica e sognante troppo spesso cannibalizzata dai drammi della cronaca. “Lo show ci offre un’immagine scintillante del continente africano che va oltre stereotipi come povertà e conflitti, grazie ad un autentico caleidoscopio di espressioni artistiche e culturali”, spiega in una nota acclusa al programma di sala l’ex segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan. Afrikal Afrikal risponde all’urgente necessità di un dialogo fra civiltà, dimostrando che tale confronto deve fondarsi sulla reciproca comprensione fra popoli e culture. E porta al pubblico europeo la dimensione più umana del nostro patrimonio comune”. A Bruxelles il tendone delle tante storie se ne sta appollaiato tra ai capannoni ormai fatiscenti della vecchia dogana. Dall’esterno la prima impressione è quella di un accampamento tuareg, ma dentro la babele artistico-culturale abbraccia l’intero continente nel retropalco aggraziate contorsioniste etiopi inguainate nei loro costumini pitonati conversano con musicisti congolesi e aitanti ballerini ivoriani, mentre un giocoliere angolano sul monociclo piroetta tra acrobati della Tanzania e breakdancers francesi presissimi dai loro esercizi di riscaldamento.

Tutti parlano una lingua che non esiste un misto di inglese,francese, swahili, yomba e wolof che solo loro capiscono. “Mediamente ciascun membro del cast col proprio stipendio mantiene una quarantina di familiari nel paese d’origine”, spiega il produttore Matthias Hoffrnann, puntando il dito sul processo di occidentalizzazione di questi giovani spiriti liberi. “Per ciascuno di loro la prima conquista è il telefonino, poi viene l’mp3, poi la fotocamera digitale, poi la videocamera e infine il computer”. Sbirciando nei camerini, infatti, non è difficile intercettare lo sguardo di una fantasista o di un giocoliere fisso sul pc in collegamento con quello di qualche amico dell’altro emisfero.

IL SOGNO di quasi tutti, però, è quello di tornare un giorno alla tribù d’appartenenza per fondare un proprio circo. Una scommessa che Hoffmann in questa parte del mondo ha già vinto rifacendo con gli interessi i cinque milioni di euro investiti nel progetto e sposandosi la più bella ballerina keniota del cast. “Sognare significa vedere oltre la linea dell’orizzonte” ” spiega l’impresario di Mannheim, già promoter dei tour tedeschi di Branduardi e di quello nei teatri dei Tre Tenori (nel ’97 fu proprio lui a pagare il prezzo più alto per i 10 milioni di dollari evasi dagli spettacoli del trio al fisco tedesco). “Così davanti al successo di questo mio progetto ho dato vita ad una fondazione che incamera un euro a biglietto venduto per finanziare poi scuole e assistenza sanitaria nei paesi da cui provengono questi artisti straordinari”. Afrikal Afrikal è la risposta più credibile data finora dall’Europa agli incantesimi da tendone del Cirque Du Soleil, prova ne sia l’interesse del colosso canadese per lo show, che avrebbe voluto acquistare in toto per parcheggiarlo in un hotel-casinò a cinque stelle di Las Vegas. Ma Herr Hoffrnann, davanti al sangue bollente e ai floridi bilanci di questo coloratissimo campionario di varia umanità, non ci ha pensato due volte a dire no.

il Resto del Carlino QN- 22-03-09

23/03/2009 22.36.00

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