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Stampa: Febo Conti, conduttore da guinness

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Lavora alla Svizzera Italiana con «Costa dei barbari»

Conti, conduttore da guinness Mezzo secolo con la stessa radio

di ITALIA BRONTESI
— BRESCIA —
FEBO CONTI, UNA VITA di impegno artistico, si prepara a un compleanno. Quello con la «Costa dei barbari», la storica trasmissione di successo …

2008-05-04
di ITALIA BRONTESI
— BRESCIA —
FEBO CONTI, UNA VITA di impegno artistico, si prepara a un compleanno. Quello con la «Costa dei barbari», la storica trasmissione di successo della Radio Svizzera Italiana che quest’anno compie 50 anni, come dire mezzo secolo di vita. Conti, conduttore della trasmissione che si autodefinisce «guida pratica, scherzosa, per gli utenti della lingua italiana», per questo record è stato proposto al Guinness dei primati.

BRESCIANO d’adozione, da quando aprì nel centro storico uno studio di scultura e 35 anni fa prese casa sul lago di Garda e più tardi in città, Febo Conti adesso vive nella zona di Brescia due, tra i moderni grattacieli che hanno trasformato la periferia sud di Brescia e che Febo osserva con uno sguardo tra il critico e il dubitativo. Nato il giorno di Natale del ’26, a Bresso, nel Milanese, ha cominciato la sua lunga carriera che era ancora un ragazzo. Informazione, rivista, intrattenimento, spettacoli, teatri, cinema, con programmi entrati nella storia della radio e della tv come il «Gazzettino Padano» e «Chissa chi lo sa», è stato il più giovane annunciatore della Rai, che all’epoca era Radio Italia del Nord. Era il ’45, Febo non aveva ancora 20 anni. «Avevo bisogno di lavorare e risposi a un annuncio sul giornale. Mi sono presentato con il mio diploma di perito industriale – racconta Conti -. Credevano che volessi fare il tecnico. No, ho risposto, voglio fare la voce radiofonica. Feci quasi per scherzo una prova della voce, me ne andai lasciando il numero di telefono. Pochi giorni dopo mi richiamarono».

SI È SEMPRE definito un fantasista, come si diceva una volta per un ruolo che poi è andato scomparendo nel tempo, ma che significa ancora saper recitare, ma anche cantare, ballare, fare imitazioni. «Il Gazzettino Padano l’ho inventato io», ricorda con comprensibile orgoglio e fu una delle trasmissioni radiofoniche più seguite, con la sigla inconfondibile che erano le note della «Bella gigugin», 11 anni dal ’50 al ’61. Nel ’61 inizia «Chissà chi lo sa», programma quiz per i ragazzi, 11 anni di grande successo. Poi via dalla Rai («il mio fu un defenestramento») che poi, a clima più disteso, l’ha invitato come ospite. Del legame con Brescia fanno parte anche Gardaland, che ha creato e diretto per 5 anni e la tv.

«DAL poi ho anche lavorato per radio e televisioni bresciane», Radio Brescia sette, Telepadana: «Della televisione sono stato anche il direttore, ricordo che fummo i primi a sperimentare la programmazione notturna di film». Un’altra passione, spettacoli ma anche un circo suo «Il circo di Febo Conti» dov’era domatore e clow. Nel suo album di ricordi conserva una fotografia dove è a cavallo di una leonessa. «Il direttore mi disse di mattermi a cavalcioni e di aggrapparmi al mantello della leonessa, mi rassicurò che non c’era nessun problema, ma devo confessare che non ero tranquillo».

EPPOI L’IMPEGNO sul fronte della solidarietà: beneficenza in Italia e all’estero, in Brasile da tanti anni finanzia un centro di recupero per tossicodipendenti e alcolizzati, raccoglie fondi per i bambini delle favelas di Bahias. Nella sua lunga carriera ha ottenuto molti riconoscimenti. Grand’Ufficiale al merito della Repubblica, titolo conferitogli da Ciampi per la sua attività filantropica, su proposta del Console generale d’Italia a Lugano, nel 2006 gli è stata conferita l’onoreficenza dell’ordine della «Stella di solidarietà italiana» col grado di commendatore. Adesso il compleanno della «Costa dei barbari». Perché barbari? «Già i greci definivano barbari tutti coloro che non si esprimevano nella lingua greca, più tardi fecero così i romani con il latino. La costa dei barbari è una costa, una spiaggia, alla quale può approdare chi non conosce bene l’italiano. Il programma radiofonico cerca di aiutare, scherzosamente e in modo non scolastico con consigli, correzioni, suggerimenti e modi di dire». Dura da 50 anni la trasmissione e continuerà. Parola del direttore Jack Marty che ha definito «voci del tutto incontrollate» quelle che prevedevano un’eliminazione dal palinsesto: «Posso garantire – ha dichiarato al giornale ticinese – che il programma resta ben saldo nel palinsesto, sarebbe sicuramente l’ultimo programma da togliere».

 

Da Il Giorno del 06/05/08

06/05/2008 22.19.25

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