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UN GRANDE CENTRO. DOCUMENTAZIONE STORICA E RIVISTA SONO IL NUCLEO DI QUELLO CHE È DESTINATO A DIVENTARE UN MUSEO FINORA MAI REALIZZATO IN ITALIA ACROBATI E GIOCOLIERI A SCUOLA


Frequentata non solo da ragazzi di famiglie circensi è aperta anche agli adulti e il convitto la rende unica

 

di Daniela Bruna Adami
 
C’è una scuola in Italia dove, al posto di matematica e geografia, si studiano giocoleria, trapezio, acrobatica. E questa scuola è a Verona. È l’Accademia d’arte circense, nata nel 1988 per volontà di Egidio Palmiri, presidente dell’Ente nazionale circhi, e di alcuni direttori di importanti circhi italiani. Dopo due anni in una sede provvisoria nel quartiere invernale del circo Americano, arriva la scuola vera e propria a Cesenatico, in una ex colonia in riva al mare, per tornare nel 2004 a Verona, all’ex centrale del latte di via Francia, anche questa una sede temporanea, in attesa dei lavori per quella definitiva, ormai imminenti. Esistono molte scuole di circo in Europa, alcune anche in Italia, ma la caratteristica che rende unica quella di Verona nel mondo occidentale, è la presenza di un convitto, che consente agli allievi di vivere nella Accademia come in un collegio: e quindi di poter frequentare al mattino normali lezioni alle medie e ai licei, come tutti i ragazzi. La differenza è che al pomeriggio, finiti i compiti, iniziano le lezioni di circo, ore e ore di palestra per diventare le stelle della pista di domani. E non è solo un modo di dire, perché tra i quasi cento diplomati finora, alcuni sono diventati davvero dei grandi artisti, vincendo premi importanti nei festival e lavorando poi in complessi prestigiosi in giro per il mondo. Anche ragazzi che non appartengono a famiglie circensi, hanno la stessa opportunità. Infatti l’Accademia di Verona ha organizzato fin da subito corsi per gli «esterni», bambini e ragazzi dagli otto anni di età, che non abitano nel convitto, ma seguono solo le lezioni pomeridiane con gli stessi insegnanti, tra i quali il direttore dell’Accademia, Andrea Togni della famiglia del Circo Americano (è figlio di Bruno Togni, che è fratello di Enis direttore dell’Americano), un acrobata volante al trapezio, specializzato poi nei numeri aerei ai tessuti. Anche le materie sono le stesse: coordinamento, corpo libero, danza, verticalismo, giocoleria, trampolino elastico, trapezio, contorsionismo, tessuti aerei, equilibrio sul filo. E pure gli adulti possono avvicinarsi alle discipline circensi, con corsi serali, di giocoleria, clownerie e acrobatica. Il sogno di Palmiri, ormai più che ottantenne, dopo una vita nel circo, prima quello di famiglia, in numeri pericolosissimi di funambolismo a grande altezza col fratello, poi nell’Enc dal 1952, è di lasciare un’Accademia consolidata, facendo di Verona la capitale del circo italiano. È a buon punto. A Verona ha sede infatti anche il Cedac, Centro di documentazione delle arti circensi, che raccoglie materiali preziosi sulla storia del circo, documenti, poster, libri, riviste, costumi, video, quadri, frequentato da molti studiosi e da universitari per la loro tesi di laurea. Il nucleo di quello che è destinato a diventare il Museo del circo italiano, mai finora realizzato. Nella stessa sede c’è anche la redazione di Circo», la rivista mensile diretta da Palmiri con la collaborazione di Alessandro Serena e Claudio Monti.

da: “L’Arena”, 01/05/2008

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