Arbell: gli animalisti protestano, il Circo risponde
Una protesta vigorosa, regolarmente autorizzata dalla Questura. Una protesta che a tratti ha toccato i toni dell’offesa, a detta dei responsabili del circo.
Pomeriggio movimentato, quello di ieri per quanti, giunti per assistere agli spettacoli del Circo Arbell, si sono imbattuti in un gruppo di animalisti che protestavano vigorosamente contro l’utilizzo degli animali durante gli spettacoli.
Il gruppo di contestatori, meno di una decina ad onor del vero, armato di megafoni e striscioni di protesta, ha presidiato la zona antistante il circo sin dal primo pomeriggio, intonando cori e distribuendo volantini nel tentativo di convincere quanti si apprestavano allo spettacolo a desistere.
Una protesta vigorosa, regolarmente autorizzata dalla Questura, che però non è riuscita a boicottare lo spettacolo circense che si è regolarmente svolto.
“Siamo qui per protestare, come abbiamo fatto a Bari nei giorni scorsi, contro l’utilizzo degli animali negli spettacoli “, spiega Giuliano Maroccini, coordinatore per dell’associazione 100%Animalisti.
“È inaccettabile che lo Stato dia il suo contributo economico per spettacoli di violenza e sopraffazione spacciati per cultura. Tra l’altro esistono autorevoli studi (degli psicologi Frank Ascione – USA e Camilla Pagani, Roma – CNR, ndr) che provano scientificamente che simili spettacoli inducono i bambini ad assumere comportamenti violenti nei confronti degli animali e a manifestare, in età adulta, comportamenti ripetutamente feroci e pericolosi”.
Gli fa eco una manifestante, Francesca, la quale sostiene che “Gli animali nel circo sono costretti a subire feroci violenze durante il loro addomesticamento. Le dimensioni delle loro gabbie, che sono vere e proprie prigioni, non sono idonee e spesso al loro interno convivono animali di diverse specie. Nella maggior parte dei casi si tratta di animali prelevati in maniera illegale da zoo privati”.
Di quest’ultima affermazione, tuttavia, non vi è prova, così come non vi è prova che nel Circo Arbell avvengano realmente questi episodi di maltrattamento, testimoniate e documentate, invece, per altri circhi.
“L’adozione del CITES – conclude Maroccini – cioè del documento che regola le condizioni di detenzione degli animali, metterebbe i Comuni nelle condizioni di vietare l’attendamento di circhi, giacchè nessun circo, per lo meno italiano, possiede i requisiti illustrati nel CITES. Il Comune di Corato non ha approvato ed adottato questo regolamento.”
Una protesta che a tratti ha toccato i toni dell’offesa, a detta dei responsabili del circo.
“Sapevamo di questa protesta – ha affermato Francesco Ramirez, amministratore del Circo Arbell – e ci aspettavamo una protesta civile, come è accaduto in altre zone d’Italia e della Grecia. Qui, invece, ci hanno insultato e hanno offeso il nostro lavoro. Quello di protestare, in un paese civile e democratico qual è l’Italia, è un diritto sacrosanto, purchè non si violino le più elementari forme di rispetto”
La risposta alle accuse è stata perentoria: “Questi signori non conoscono la nostra gestione degli animali, la cui salute è nostra premura, giacchè essi costituiscono il fondamento del circo europeo. In Europa non è possibile un circo alla stregua del Circus de Soleil, una multinazionale finanziata dallo Stato canadese, poiché la cultura del circo senza animali non è radicata. I nostri animali sono tutti sani, vaccinati e allevati secondo le norme europee di Bruxelles. Abbiamo tutte le autorizzazioni che la legge ci impone e siamo in perfetta regola con tutte le disposizioni.
Abbiamo, invece, subito una protesta in tutto incivile, partita con affissioni abusive sui nostri manifesti e la distruzione del nostro materiale pubblicitario per il quale avevamo regolarmente ottenuto permessi e terminata con l’offesa al nostro lavoro e al nostro pubblico, verso il quale sono stati lanciati veri e propri insulti. Questa non è protesta, è violazione della libertà di pensiero e prevaricazione”.
Una protesta plateale, quella dei membri dell’associazione 100%Animalisti, attiva in Puglia da meno di un mese, che pare non si esaurirà solo attraverso sit in o cortei di disappunto, ma che punta, come recita il loro motto, all’azione, all’attivismo e alla liberazione dell’animale.
Da www.coratolive.it del 14/01/08
15/01/2008 0.02.48
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