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L’uomo che sussurra alle tigri

“I miei pazienti dolci e feroci, felicità è curare un grosso felino” l’uomo che sussurra alle tigri Veterinario del Lodigiano, cura animali esotici ed è richiestissimo dai principali circhi

CASALPUSTERLENGO (Lodi) — Per capire se è il caso di avvicinarsi a una tigre e prendersene cura, Maurizio Chiesa prima la guarda negli occhi. La osserva per un quarto d’ora almeno. Quindici minuti lunghi e intensi, durante i quali il veterinario quarantenne, specializzato in animali feroci, cerca di capire se è il giorno giusto.

“Elefanti, tigri, antilopi, ippopotami e rinoceronti hanno tre diverse sfere – racconta – ricorrendo ai colori, potremmo dire che sono una verde più esterna una arancione cui si può accedere se si è davvero vicini all’animale e una rossa, che è la più intima. Per toccare un animale e curarlo occorre entrare nella sua aura rossa. Ma non sempre è possibile farlo. Se mi accorgo che un animale non è ben disposto, evito di aprire la sua gabbia. Gli do un pezzetto di carne da lontano e me ne vado”. In casi come questi Maurizio Chiesa rinuncia alla visita e decide di aspettare. Lui non ha mai fretta.

Da quando ha cominciato a curare animali esotici il suo telefono riceve decine di chiamate, da allevatori e domatori. Anche perché in Italia sono pochissimi a fare questo lavoro. “Ho iniziato quasi per caso – racconta – a Casalpusterlengo ho uno studio veterinario che segue tutt’altro genere di animali, ma qualche anno fa, per curiosità intellettuale, avevo cominciato ad interessarmi a quelli esotici e avevo in studio dei manuali importati dall’America. Proprio in quel periodo a Casalpusterlengo c’era il Circo di Barcellona e due tigri avevano litigato. Una era ferita e faticava a guarire. Uno degli operai del circo è entrato nel mio studio per distribuire i biglietti omaggio, ha visto i manuali e mi ha chiesto se mi andava di dare un’occhiata al loro esemplare sofferente “. Chiesa non l’aveva mai fatto, ma si è sentito pronto a provarci. La tigre è guarita e sta benissimo ancora oggi e il veterinario della Bassa è diventato il medico di riferimento del circo di Barcellona. E poi del Circo di Moira Orfei e di quello di Flavio Togni.

“I padroni dei circhi si conoscono tutti e quando trovano una persona di cui si fidano non l’abbandonano più” spiega sorridendo Chiesa. Tanto che ormai il veterinario di Casalpusterlengo gira l’Italia e l’Europa per seguire i casi più delicati. “Ho una sala operatoria che trasporto comodamente in auto o in aereo – racconta – ma qualche volta per praticità mi portano gli animali anche in studio”. Come è accaduto qualche giorno fa, quando il camion che gli recapitava una tigre con un ascesso, ha praticamente bloccato il centro cittadino per un’intera mattina. Di casi originali, del resto, al dottor Chiesa ne sono capitati tanti. “Qualche mese fa a Napoli ho estratto un dente a un elefante di 70 quintali – racconta ridendo . L’ho addormentato con una iniezione di sedativo fatta con l’ago a farfallina che si usa anche per i bambini. Poi, aiutato dai vigili del fuoco, gli ho aperto la bocca con una cesoia per lamiere opportunamente modificata, ho levato il dente e iniettandogli un rimedio di mia produzione l’ho risvegliato in tre minuti, pimpante e allegro”.

Piccoli miracoli su grandi animali, come quando un anno e mezzo fa, usando le cellule staminali riprodotte nel Regno Unito, Chiesa e un suo collega inglese hanno ricostruito i tendini lesionati di un cammello. “Quando l’ho visto rimettersi in piedi mi sono sentito libero come lui” spiega con un sorriso. Forse il suo segreto è che le belve feroci non gli fanno paura, anzi si immedesima in loro. Sarà perché è cresciuto in una cascina di Brembio dove il padre allevava vacche da latte. “Dopo la scuola gli davo una mano e camminavo tra gli animali convinto che mi capissero – confessa . Mi bastava fissare i loro occhi”. Un’intesa di sguardi come quella che oggi cerca con le tigri e i leoni, prima di avvicinarsi per liberarle dalla malattia.

Caterina Belloni

corriere.it/animali

03/11/2007 22.19.57

 

 

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