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di Francesco De Leonardis
Va oltre l’ambito strettamente circense «Mitoyen», lo spettacolo della compagnia LàOù al Parco Castelli di Mompiano (le ultime due repliche sono in programma questa sera alle 20.30 e alle 22.30). La ragione della sua presenza nel programma della Festa Internazionale del Circo Contemporaneo va cercata nella volontà di questo gruppo di tradurre in un ambito sperimentale una forma teatrale antica come quella delle marionette per rinnovare il linguaggio della tradizione attraverso una forte dose di tecnologia. Come è avvenuto, del resto, in questi ultimi anni anche con il circo. «Mitoyen», che è nato da un’idea di Renaud Herbin e Nicolas Leliève, è un mix sorprendente, a tratti spiazzante e non facile, di suoni e immagini che nascono da corpi reali di attori, da burattini manovrati dal basso dalla mano dell’animatore e da oggetti sono immagini che vengono filtrate attraverso l’occhio di una videocamera, talvolta elaborate da un computer e proiettate su un grande schermo posto al centro della scena. Il tutto utilizzato per condurre una ricerca sulla definizione architettonica dello spazio urbano entro il quale si muove l’individuo, sul rapporto uomo/natura all’interno della città, sulla illusoria percezione della realtà. La città di «Mitoyen» è, innanzitutto, un luogo di inquietudine e di minaccia entro il quale ci si muove come dentro un sogno surreale. Il protagonista, la marionetta di pezza dotata di una testa scarnificata che ha l’espressione fissa di un piccolo Nosferatu, ha il suo doppio nell’attore che danzando sulla pedana esprime un’angosciosa solitudine e l’incombente oppressione dello spazio. L’unica presenza reale è il corpo stesso dell’attore, tutto il resto è immagine e illusione, ma è la dimensione illusoria a confondersi con la realtà e a prevalere su di essa, a schiacciare la vita, tanto che nel sottile gioco di rispecchiamenti si finisce per perdersi come in un labirinto mentale e, nell’incubo, ci si può ritrovare dotati di tre mani, si possono vedere i grattacieli dello skyline urbano crescere e respirare come alberi in un boschetto, si può essere aggrediti da un braccio snodato simile a quelli che si vedono in certi quadri di Salvator Dalì. «Mitoyen» è una bella allegoria surreale sulla vita dell’individuo nella città contemporanea che il pubblico ha mostrato di gradire, tributando all’intero gruppo di attori applausi convinti. Sempre stasera, ma in Castello, alle 22 è in programma la replica di «Notturno per musica e circo» con la Compagnia Le Cheptel Aleikoum. I biglietti d’ingresso agli spettacoli costano 12 euro e sono in vendita al teatro Sociale dalle ore 11 alle 16, al Castello dalle 18 alle 20 e un’ora e mezza prima dell’inizio di ogni spettacolo.
da: “BresciaOggi”, 22/06/2007
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