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Ma quanto è bello il Circo in Castello. Buona, anzi ottima, la prima

 

di Emiliano Treccani

Il nuovo debutto del circo contemporaneo a Brescia ha riportato in città quell’atmosfera trasognante che mancava da tempo. Lo spettacolo di ieri sera, ambientato nella cornice del castello sul colle Cidneo, non ha disatteso le aspettative, dovute alla promessa di uno show itinerante e suggestivo. Un percorso notturno attraverso le antiche mura del maniero, alla scoperta di spazi che raramente capita di vivere pur abitando in città. Gli ingredienti del buon circo contemporaneo a cui siamo stati abituati c’erano tutti.
Numeri di alta giocoleria, pericolosi volteggi alla corda (con tanto di copioso sangue sulla camicia dell’artista per i graffi), capriole e salti dal trapezio (mixati con clownerie ed un piccolo, casto, e divertente strip delle due protagoniste). Numeri al tappeto, giravolte sulla pertica e sulla corda liscia, e altro ancora. Il tutto accompagnato da un sottofondo musicale originale in ogni suo momento, dal clarion amplificato a uno strumento simile a un tamburo concavo  a corde, ma che funziona da sintetizzatore di suoni analogico. Bravissimi, come sempre, i protagonisti della serata, quei coraggiosi ragazzi francesi della Cnac (Centre national des Arts du Cirque) che fanno dell’arte circense il loro stile di vita, atleti (e artisti) a tutto tondo senza l’ansia della competizione.
Tra uno spettacolo e l’altro la camminata accompagnata dalla tromba di uno degli artisti risulta piacevole, grazie anche alla scenografia allestita per tutto il castello, con giochi di luci, atmosfere soffuse e proiezioni suggestive. L’aria fresca che tira in castello completa il quadro e sembra giocare con i brividi che corrono lungo la schiena osservando i pericolosi volteggi.
Una serata emozionante dall’inizio alla fine, due ore intense che scorrono via veloci, forse anche troppo.
L’unica nota stonata da registrare non riguarda né gli artisti, che con i loro piccoli errori si rendono più umani agli occhi degli spettatori, né l’organizzazione (buona l’idea di distribuire gli sgabelli per non stare in piedi o per terra), ma il pubblico. Il fatto di stare all’aperto e non sotto un tendone, forse a qualche persona dà l’idea di maggiore libertà, provocando di conseguenza un continuo brusio di sottofondo che spezza l’emozione generata dai silenzi alternati alla musica che accompagna le esibizioni. La speranza è che ci sia solo bisogno di riabituarsi alla logica dello stare al circo, a quell’alternanza di pace e di allegria festosa che lo caratterizza.
In conclusione, consigliando a tutti la visione del “Notturno per musica e circo” in replica in castello fino al 22 giugno, non rimane che applaudire all’arte circense intesa come divertimento e spettacolo, senza sfarzo ed esagerazioni. E soprattutto senza animali.

 

Da quibrescia.it del 19/06/07

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