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MOIRA ORFEI A TORINO: Recensione del debutto

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MOIRA ORFEI A TORINO:
Recensione del debutto

 

Decisamente un buon debutto per Moira Orfei a Torino che torna nel capoluogo piemontese dopo esattamente due anni. Walter Nones ha confermato una parte della compagnia che ormai da alcune stagioni costituisce l’ossatura del programma: gli impeccabili Wulber al letto elastico e al trapezio volante e i simpaticissimi Sali con un repertorio in parte rinnovato e in parte consolidato e portato alla perfezione nel corso della lunga permanenza in casa Moira. Al fianco di Nonno “Patata”, papà Gjula e mamma Elisa in pista scorazza anche il piccolo Victor Sali Junior nell’esilarante gag dei cavallini, l’ultima simpatica trovata comica del loro repertorio. Al posto della classica entrata musicale una efficace ripresa dei campanelli che trova una una soluzione interessante nella figura che inizialmente nelle vesti di spettatrice poco collaborativa conclude il numero sbalordendo il pubblico per le sue doti musicali allo xilofono. Una bella idea che funziona.

 

Decisamente maturati e davvero professionali anche i Wulber che ben poco hanno da invidiare alle numerose troupe di volanti che vediamo in questa stagione nei principali complessi europei. Molto buono il ritmo delle loro due performance, davvero molto serrate e briose, e preciso e curato lo stile e la cura dei particolari, dalle musiche ai costumi.

 

Tra le novità riservate al pubblico torinese il filo alto dei Castilla: 4 componenti alle prese con una buona routine di esercizi di indiscussa abilità tecnica. Per quanto sia un’impresa difficile rilevare il posto lasciato dai Guerrero dopo circa tre stagioni da Moira, il pubblico sembra comunque gradire la loro specialità e il brivido dell’esercizio finale eseguito nel silenzio dello chapiteau.

 

Si sorride con il cagnolino dispettoso del Duo Kalachev che si aggrappa alla corda aerea sulla quale si esibisce l’artista russa. Una presentazione decisamente originale che ricordiamo essere passata anche al Festival di Monte Carlo un paio di anni anni fa.

 

Precisa, scattante e molto energica la graziosa Shirley Dean che potremmo definire la risposta femminile di Kris Kremo. Il carisma paterno (non dimentichiamo che suo padre è lo statunitense Don Martinez, recordman nel 1975 con il triplo salto mortale e mezzo al trapezio volante) emerge anche nella sua vivace routine di giocoleria con tre oggetti (3 palline, 3 cilindri, 3 cigarbox) e dato il suo splendido sorriso e la grazia con cui lo esibisce le si perdona volentieri qualche piccolo e sporadico “drop”.

 

La rivelazione dello spettacolo è al momento Alessio Fochesato con i suoi splendidi pappagalli che concludono l’esibizione con un volo in formazione di 4 esemplari sotto lo chapiteau a pochi centimenti dalle teste del pubblico, planando tra le antenne e arrivando sulle sue mani dopo aver fatto circa quattro/cinque giri del circo. Molto spettacolare. Un acquisto che siamo certi che i Nones-Orfei non si lasceranno scappare.

 

Così come non si sono lasciati scappare un ammaestratore di talento come Gerd Koch. Che il numero sia composto da 6 cavalli, come in origine, o da 4 come temporaneamente è stato presentato ieri, emerge con prepotenza il suo carisma, la padronanza della tecnica di ammaestramento e le qualità di una routine che si discosta di molta da tutte la cavallerie in libertà che siamo soliti vedere nei circhi, per ritmo, enfasi e rapidità con cui viene proposta tutta la sequenza. Nulla di noioso, bensì una presentazione fresca, personale e molto grintosa.

 

Per restare in tema di animali passiamo ai numeri di casa, primo fra tutti l’alta scuola. Maestoso ed imponente il cavallo frisone di Stefano. Molto classico e pulito tutto il numero di alta scuola ormai una delle costanti di questo complesso a riprova del successo che continua a riscuotere.

 

Una bella sorpresa anche per quanto riguarda gli elefanti. Chi pensa che un circo grande non possa avere “solo” due elefanti si sbaglia in questo caso. La routine allestita da Stefano con i due esemplari (un indiano e un africano) che figurano nel loro parco animali è molto gradevole e misurata, accompagnata da sei ballerine che disegnano una piacevole coreografia su musiche carine e adeguate. Inoltre assistiamo ancora al passaggio della morte e alla “spaccata”, due degli esercizi più efficaci.

 

Misurata e non banale anche la presentazione dei cammelli mandati da Fred Perris vivacizzata dal balletto e le note simpatiche di canzoni celebri del repertorio popolare italiano.

 

Abbiamo lasciato per ultima la gabbia, sovvertendo l’ordine della scaletta, perché riteniamo che Moira abbia fatto ancora una volta centro presentando un omaggio al grande pubblico. Era di moda negli anni Sessanta/Settanta presentare al pubblico in occasioni speciali commistioni tra il mondo del circo e quello della canzone: basti pensare alle comparsate a sorpresa in pista di Claudio Villa da Città di Roma o Orietta Berti da Tribertis. Oggi che l’attenzione del pubblico si è spostata sul piccolo schermo (e il Moira Orfei è il circo televisivo per eccellenza!) a Torino (come in altre grande città, almeno in occasione di debutti) Stefano si è presentato in gabbia affiancato da Brigitta Boccoli, reduce da Reality Circus e con un passato televisivo sui principali canali televisivi. Brigitta non si accontenta di “affiancare” Stefano, ma in più occasioni è protagonista delle routine eseguite dalle tre tigri, dimostrando notevole coraggio e una sempre maggiore sicurezza. Il numero si conclude con i due “pezzi forti” di casa Nones-Orfei: l’altalena e il giretto in sidecar.

 

Per concludere, un finale brioso e fresco, che non appesantisce lo spettacolo (complessivamente di una durate superiore alle due ore e mezza), ma lo chiosa in allegria.

 

Ci piace sottolineare due cose importanti: il primo è ritorno di Moira che dopo averci lasciato per 4-5 mesi con il fiato sospeso, è tornata di sempre, suscitando non poca emozione nel momento in cui prende il microfono a metà spettacolo per ringraziare il pubblico e mostrarsi decisamente ripresa dopo il brutto episodio della seconda estate.

 

La seconda cosa che non può che farci piacere è la scelta di “tener duro” sull’orchestra. Oggi, 21 aprile,  probabilmente il Moira è l’unico circo italiano ad agire nel nostro Paese con un’orchestra dal vivo. E questo è un bel segnale. E una costante che ci auguriamo prosegua.

 

Moira Orfei rimane a Torino fino al 6 maggio.

 

D.D.

21/04/2007 10.38.52

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