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MODA E DESIGN

Luci delle nuove ribalte torna in scena il circo



Abracadabra. La moda sembra invertire la rotta, tornando alla dimensione che meglio di molte altre le si addice e ne incarna lo spirito rutilante e un po’ illusorio: il circo. Ebbene sì, quando si parla di moda la metafora più efficace per descriverla è quella del Circo Barnum, un carrozzone itinerante con tanto di nani, iridescenti ballerine, acrobati, giocolieri, clown, trapezisti, domatori di leoni e soprattutto prestigiatori. Come Hugh Jackman e Christian Bale, che, precorrendo le magie di David Copperfield, si sfidano all’ultimo sortilegio nell’avvincente “Prestige”, contendendosi perfino le grazie di Scarlett Johansson, abbigliata di fiori e stelline, come un’aggraziata fan di Blumarine o vestita come una showgirl con mini abiti di frange di jais firmati Roberto Cavalli che ha evocato le luci della ribalta, seguendo l’esempio di Martin Margiela.
Lo stilistafantasma ha riesumato corpetti vintage recuperati in un mercatino delle pulci di New York, intessuti di lurex sfilacciato e decorati da manciate di strass e da fili di perline opacizzate, strizzando l’occhio ai costumi da cabaret o delle assistenti del mago Houdini. E a catturare le mille luci dell’Olimpo Pop fra il rock e il “Lido” c’è pur sempre Kylie Minogue che con i suoi accattivanti e sontuosi costumi di scena, ridondanti piume e lustrini e degni di una Bluebell o delle “Ziegfeld folies”, non delude mai. A intuire, fra i primi prestigiatori della scena fashion, l’altissimo impatto simbolico dell’universo circense sull’immaginario della moda fu Ken Scott. Memorabile la sfilata da lui messa in scena nel 1968 in un circo vero dove, nei panni di un domatore, lo stilista del colore faceva incedere le modelle come felini, avvolgendole in cappe e abiti animalier guarniti di piume e ricami gioiello. Oggi le belve nei circhi compaiono solo nelle stampe dei costumi di scena, almeno quando si parla del “Cirque du soleil” nel cui ultimo show “Alegrìa” non c’è rischio di vedere una reincarnazione di Marlene Dietrich camuffata da gorilla come nel film “Venere bionda” anche se il glamour e il divertimento sono assicurati.
E’ affascinato invece dal lato gotico e un po’ beffardo del circo Alexander Mc Queen, che per la sua linea giovane Mcq ha tratto spunto da Brighton e dalle sue inquietanti atmosfere “mod” dove i disegni delle maglie sottili a rombi “Arlecchino” sono mescolati con fantasie bandana e tessuti “Star Trek”. E sono ancora i clown ad alimentare la creatività dei designer di Chloé mentre certi modelli ideati da Peter Dundas per Ungaro osano fogge inconsuete
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da: ” La Repubblica”, 15/1/2007 

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