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Acrobazie e clown c´è sempre Moira

Il tendone degli Orfei è al Magic World di Licola: un´impresa con 180 dipendenti

di Tiziana Cozzi

“Vedi Napoli e poi Moira”. Sul manifesto all´ingresso del Magic World di Licola compare la faccia sorridente della gran dama degli elefanti, nostra signora del circo, la Moira Orfei di qualche anno fa (ne ha appena compiuti 75). Turbante di capelli corvini alto trenta centimetri e inconfondibile look sexy-demodé che invita a entrare nel suo mirabolante universo delle meraviglie. Dopo tre anni di assenza, il circo di Moira torna a Napoli e lei, per la prima volta, appare al pubblico a fine spettacolo su una carrozza rosa trainata da due cavalli.
Lo spettacolo è di quelli imponenti, non a caso lo chiamano musical circense. Balletti abbinati ai numeri con gli animali, effetti speciali, orchestra dal vivo e lo show del cantante-presentatore Giorgio Vidali. E poi tutto il repertorio classico: le trovate dei clown musicali Saly, le prove dell´uomo di ferro, mangiafuoco con tre litri di cherosene e forzuto da guinness dei primati al quale è affidato il numero dell´automobile carica di 8 persone, trascinata con la sola forza dei denti il carosello equestre di Gerd Kock e la sfilata di cammelli e lama guidati dal giovane Freddy Perris.
Numerosi i momenti di suspense offerti dai Wulber, trapezisti volanti specializzati nel triplo salto mortale e dagli spericolati funamboli Castilla´s, con le loro evoluzioni sulla corda a venti metri d´altezza. E poi i numeri con gli animali, nonostante le proteste degli animalisti della Lav, irrinunciabili per Moira «perché altrimenti il circo diventa un varietà».
«Con i napoletani ho un feeling particolare – dice Moira seduta nel salotto della sua caratteristica villetta con le ruote – alcune tournée del passato sono rimaste memorabili proprio per la sosta a Napoli». Cominciarono nel 1967, agli inizi della carriera, con il tendone di suo zio Orlando, poi nel 1972 con il circo sul ghiaccio, portato dagli Orfei per la prima volta in Italia. «Restammo tre mesi a Napoli, fu un successo enorme, ogni giorno facevamo il tutto esaurito». Sei anni dopo, l´esperienza scioccante del soggiorno forzato in Iran, tenuti in ostaggio per sei mesi a Teheran con il circo messo a ferro e fuoco, poi il rientro in Italia grazie alla flotta Lauro. «Era il 30 dicembre del 1978 quando sbarcammo a Napoli a bordo di una nave della flotta di Achille Lauro. Fu proprio lui a mettersi in contatto con me e a offrire il suo aiuto per farci rientrare. Dopo poco mandò la sua nave a riprenderci e ci riportò indietro. Ricordo che alla Stazione Marittima ad accoglierci c´erano diecimila persone. E noi sbarcammo come l´arca di Noè».
Sono passati quasi trent´anni da allora e la Moira trapezista, acrobata e addestratrice senza paura ha lasciato il posto ai suoi eredi: Lara, esperta nell´alta scuola di equitazione, e Stefano, domatore di tigri e di elefanti indiani e africani. E già compare la seconda generazione Orfei Nones: la giovanissima Moira junior, figlia di Lara, che oltre al nome ha la stessa grazia e i colori della nonna, fa l´equilibrista e si esibisce assieme al fratello e al padre Micha Malachikine, artista del Circo di Mosca.
A distanza di quasi trent´anni il circo di Moira è diventato un´impresa dalle dimensioni colossali: 180 persone e 100 animali, 10 trattori, 78 roulottes, 40 tir e un treno speciale. In più il suo camper che è una casa viaggiante: lungo 24 metri e largo 8, preferito da 15 anni anche alla sua casa di 36 stanze di San Donà del Piave. Un regno di sovrabbondanza e precisione ultra femminile, in stile trash e post-moderno, con la sua collezione di cento elefantini, le sue foto-ricordo di un breve passato da diva del cinema che le ha fruttato l´immagine e la grande popolarità, grazie a Dino De Laurentiis che le impose trucco e abbigliamento per la sua apparizione in un film, da allora mai cambiati e rimasti intatti sfidando ogni moda.
Fino all´11 febbraio. Dal lunedì al sabato alle 17 e alle 21, la domenica alle 18,30. Infoline 333 5498 227 – 340 3666 524. Biglietti dai 12 ai 30 euro.

 

da: “La Repubblica”, 30/12/2006

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