La carovana «di Barcellona» arriva a Milano: acrobati, tigri, clown e contorsionisti. Uno spettacolo d’antan che non delude
Acrobati del circo di Barcellona
Se non fosse per le piccole fontane in fibra ottica che cambiano colore e per i display luminosi dei telefonini che bucano il buio, la scena sarebbe identica a quelle dicento anni fa: un tendone, un’arena di sabbia, i numeri degli artisti, le bocche spalancate degli spettatori. La cosa bella, perfino un po’ magica, del circo è che non delude mai: è esattamente come uno se l’aspetta e, al tempo stesso, è capace di sorprendere. Accade anche con il Circo di Barcellona, per la prima volta a Milano. «Da diciotto anni portiamo avanti la tradizione del circo classico, senza fronzoli né effetti speciali», dice Luke, 19 anni, nipote del fondatore Giancarlo Franchetti, da poco scomparso. Oggi è suo padre, Alex, che, con il fratello Enis, manda avanti l’attività. E lo fa alla maniera di una volta. Nessun tentativo di inseguire altre forme di spettacolo, come la teatralità del «cirque nouveau» o le sofisticate acrobazie del Cirque du Soleil nessuna voglia di copiare la tv.
«Noi andiamo per la nostra strada, quelli sono mondi che non ci appartengono», ribadisce Luke che è nato e vissuto nel circo. «Il primo ricordo di bambino è mio padre nella gabbia dei leoni. È una vita strana: lavoriamo solo sei mesi l’anno, durante l’inverno, a Natale e Capodanno soprattutto». Nella bella stagione la gente al circo non ci va, così noleggiano le strutture per eventi e concerti: «Sotto questo tendone — aggiunge Luke — hanno cantato i Nomadi, le gradinate invece le ha affittate Vasco Rossi». A Luke questa vita piace, in particolare ama veder il pubblico ridere e divertirsi. Forse per questo ha scelto di fare il clown. È lui insieme con il presentatore ufficiale della serata a dare il via allo show. I primi ad entrare sono i pony che trottano appaiati nella piccola pista. Con l’ingresso di due dromedari e una zebra arrivano anche i primi «oh» dei bambini. Robin il giocoliere non è in serata ma il pubblico lo premia lo stesso con calorosi applausi. Tocca all’equilibrista Gerard regalare qualche brivido danzando sopra rulli e assi. Increduli si assiste, poi, all’esibizione del «dislocatore articolare» Vadim, artista russo capace di assumere posizioni impossibili.
Altri «oh» sono per i faccia a faccia di Kevin con serpenti e rettili per Alex il domatore alle prese con cinque piccole (si fa per dire visto che mangiano dieci chili di carne al giorno) tigri del Bengala e per il trio Los Diablos che manovra con destrezza le «bolas» argentine. Non mancano i pagliacci, ma alle gag si preferisce un’animazione che fa un po’ (troppo) villaggio turistico. Gli adulti prima stanno con il fiato sospeso per Susy e Mendy, madre e figlia acrobate che volteggiano a mezz’aria poi fanno il tifo per Maggy, virtuosa dell’hula hoop. I bambini, invece, vanno in delirio per Ray Mysterio, sosia di una star del wrestling l’eroe mascherato spacca mattoni con i pugni e lastre di marmo con la testa. Si potrebbe dire che quello di Barcellona è un piccolo circo con un grande cuore. O semplicemente concludere che si tratta di bravi professionisti che sanno fare il loro mestiere. Due ore e mezzo di show scorrono via piacevoli e valgono il prezzo del biglietto.Volendo si torna a casa con la foto dei bimbi a cavallo di un pony, mentre abbracciano un pitone vero o una finta star.
CIRCO DI BARCELLONA, piazzale Cuoco, fino al 31 gennaio, spettacoli (feriali) ore 16 e 21, (festivi) ore 15.30 e 18, info al tel. 333.41.98.459. Biglietti da 7 a 25 euro
di Severino Colombo
da: “Corriere della Sera”, 27/12/2006
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