Quando finisce un reality….
La stagione televisiva è ancora agli albori, ma per qualche programma è già tempo di bilanci. Talvolta anche negativi, come nel caso di «Wild West» e «Reality Circus»
Sarà pure piccolo schermo, ma continua a riservare grandi sorprese.
Nuovi programmi sbocciano e sbancano l’auditel, i tanto amati telefilm risorgono e i reality, invece, perdono colpi. Che si tratti di un genere in via d’estinzione?
Difficile ipotizzare il tragico epilogo di una categoria che proprio quest’anno ha invaso la tv italiana.
Però, qualcosa inizia a non funzionare. I dati d’ascolto parlano chiaro e testimoniano che l’auditel è un meccanismo potente e invasivo. Non c’è conduttore che tenga o colpo di scena che regga. Se i telespettatori sono pochi e lo share non s’impenna, non resta che un’unica via d’uscita: la soppressione del programma.
Quanto accaduto negli ultimi giorni conferma questa tendenza. La stagione televisiva è appena iniziata, ma l’Auditel ha già mietuto le sue prime “vittime”. Si tratta di due trasmissioni, una targata Rai e l’altra targata Mediaset, che, a causa dello scarso indice di gradimento, non sono riuscite a raggiungere la tanto agognata e programmata conclusione. Forse è solo un caso, ma le vittime in questione sono proprio due live-show: Wild West e Reality Circus. Entrambi, annunciati come interessanti novità del tubo catodico, sono stati costretti a una chiusura anticipata.
Il primo caso riguarda il programma condotto da Alba Parietti su Rai Due, che, dopo solo tre puntate, è stato cancellato.
I telespettatori hanno dimostrato di non apprezzare molto le avventure e le peripezie dei 12 aspiranti cowboy trasferitisi per l’occasione nelle sterminate valli dell’Arizona.
Lazo, stivali, cavalli, cavallerizzi e mandrie di buoi non hanno suscitato un grande interesse, anche se è stato fatto il possibile per mantenere in vita questa nuova formula.
Gli spostamenti dalla domenica sera al lunedì poi dal lunedì al martedì non sono bastati. Al contrario.
Gli ascolti non si sono mai ripresi e, dopo un esordio con oltre 2 milioni di telespettatori, nelle successive serate il numero dei fan si è ridotto drasticamente (una media di 1 milione e mezzo) e lo share è letteralmente crollato (7,8 per cento).
L’Alba nazionale non ne fa un dramma e fa sapere di essere dispiaciuta, ma serena. D’altronde sono cose che capitano, anche ai grandi.
Altra storia, con epilogo amaro, è quella di Reality Circus.
La trasmissione, condotta Da Barbara D’Urso su Canale 5, è stata costretta a una chiusura anticipata.
Le cause? Ovviamente gli ascolti troppo bassi. Le cinque puntate trasmesse, rispetto alle otto programmate, sono state seguite in media da 2 milioni e 600 mila telespettatori.
E media è stata anche la finale del 18 ottobre, che ha conquistato solo 2.698.000 spettatori, con uno share pari al 12.83 per cento.
L’unica a trionfare è stata Sabrina Ghio, la vincitrice del gioco, che ha sbaragliato gli altri partecipanti ed è stata eletta nuova regina del circo televisvo.
Lei, forse la più sconosciuta tra tutti i concorrenti, si è lasciata alla spalle Brigitta Boccoli (seconda classificata) e il ballerino-coreagrafo Brian Boullard. In realtà Ghio è una abituata ai reality, essendo stata già protagionista di Amici di Maria De Filippi e fidanzata di Christian Arrieta, calciatore e, guarda caso, trionfatore di un altro live show: Campioni.
Non tutti, però, sono dispiaciuti per la fine del Circus televisivo. Esulta, ad esempio, la LAV (Lega anti vivisezione), che più volte era insorta contro lo sfruttamento di animali in tv.
Gianluca Felicetti, presidente dell’associazione, ha, infatti commentato: “Essere contro gli animali non paga nemmeno in termini di ascolto.
È stata punita dagli spettatori anche la scelta di esibire tigri ed elefanti imprigionati o proporre pratiche vietate nel nostro Paese come il taglio delle orecchie dei vitelli”.
Potrebbe essere questo, in effeti, lo spunto di riflessione per Barbara D’Urso e soci, sull’andamento incerto del programma. Non certo i suoi costi complessivi, dato che per Reality Circus pare che la Endemol abbia sborsato 930 mila euro a settimana. Quasi nulla in confronto con Wild West (5,5 milioni di euro) e L’Isola dei Famosi 4 (circa 6 milioni di euro, che diventano 10, se si aggiungono i costi Rai). Tra tristi vicende, però, c’è anche chi sopravvive. È il caso ad esempio dell’Isola dei famosi.
Nonostante i tempi poco favorevoli, il super collaudato programma di Simona Ventura continua a mantenere un buon andamento.
La media dei telespettatori affascinati dalle avventure esotiche dei Vip si aggira intorno ai 5 milioni e lo share, complici anche le lunghe dirette, si attesta su percentuali (25-26 per cento) che garantiscono sonni tranquilli alla produzione.
Meno quieti, invece, sono i concorrenti di questa quarta edizione del programma. Le liti certamente non si sprecano, ma, tra lacrime e battibecchi, sorprende il numero di chi abbandona, più o meno liberamente, rinunciando al montepremi di 200 mila euro.
L’ultimo, ma solo in ordine di tempo, a rientrare dalle spiagge dell’Honduras è stato l’attore Massimo Ceccherini, espulso per aver pronunciato una bestemmia in diretta.
Prima di lui, hanno ceduto Domiziana Giordano, Kris&Kris, Den Harrow, Simona Tagli e Giuseppe Cionfoli.
Il caso televisivo della stagione, La pupa e il secchione, invece potrebbe avere ripercussioni non tanto sugli ascolti (stabilmente molto alti: segno che il pubblico apprezza) ma sull’immagine. Il Consiglio degli utenti, istituito presso l’Autorità garanzie comunicazioni, ha manifestato il suo dissenso nei confronti della trasmissione, perché, sostiene “il programma rappresenta un pericoloso messaggio per i giovani che assistono al trionfo dell’immagine a discapito dei contenuti”.
Crisi di ascolti e disaffezione dei telespettatori, però, non sembrano mettere in difficoltà la categoria, almeno a giudicare dall’imminente partenza del Grande Fratello 7, di cui sono già stati avviati i casting.
Da Panorama del 19-10-06
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