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STAMPA:Rifondazione fa pressing, Alfa 3000 chiede i danni

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si è svolta ieri una nuova puntata sul possibile futuro ZOOSAFARI di Ravenna (di cui si è ampiemente discusso nel forum Circus Fans) , riportiamo in seguito alcuni articoli apparsi questa mattina sulla stampa locale

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La società Alfa 3000 ha citato in giudizio il Comune per la lentezza dell’istruttoria su! progetto di parco faunistico alla Standiana

Lo zoosafari chiede 5 milioni di risarcimento

dì Marcelle Petronelli

Sindaco e gruppo consiliare dell’Ulivo finiscono sotto un fuoco incrociato in consiglio comunale per il caso del parco faunistico alla Standiana. La maggioranza si trova sotto attacco della sua stessa ala sinistra, il gruppo di Rifondazione comunista, che ha depositato un ordine del giorno che invita la giunta a respingere il progetto proposto dalla società Alfa 3000 e denominato ‘Le dune del Delta’.   A dare man forte al battagliero gruppo consiliare, l’ex segretario provinciale di Rifondazione, Martino Albonetti, eletto senatore alle ultime politiche: ha sollecitato il ministro Pecoraro Scanio ad avvalersi del decreto legge 73 del 2005, relativo alla custodia degli animali selvatici nei giardini zoologici, per bloccare l’intervento previsto alla Standiana. La norma impone che strutture come quelle proposte da Alfa 3000 debbano ottenere una licenza ministeriale che, evidentemente, secondo Albonetti non sussiste. L’ordine del giorno proposto dal gruppo consiliare segue lo stesso filo politico.  Ma giunta e maggioranza sono anche sotto il mirino delle forze di opposizione: la lista civica di Alvaro Ancisi aveva fatto affiggere in città manifesti il cui titolo ‘Zooaffari’ faceva capire quanto forte fosse lo scetticismo verso il progetto Standiana.-“Certo, se l’amministrazione ha venduto quel terreno a Mirabilandia e gli ha dato una destinazione d’uso compatibile per il parco faunistico — commenta lo stesso Ancisi — c’è un vizio di origine, di cui il centrosinistra si assumerà politicamente la responsabilità. Se le carte sono già in tavola, non si può pensare di cambiare le regole del gioco”. Un principio che Rifondazione evidentemente non condivide. II suo ordine del giorno — in discussiore ieri sera in tarda serata — potrebbe però esser ritenuto non ammissibile, perché superato dagli eventi. Infatti il 1° agosto scorso la giunta la deliberato la chiusura della valutazione di impatto ambientale con esito favorevole, pur con una lunga serie di prescrizioni. Uno sbocco che non ha tuttavia soddisfatto la società proponente. Ieri sera in consiglio l’assessore all’ambiente Gianluca Dradi ha informato che Alfa 3000 ha citato in giudizio per danni il sindaco Matteucci, chiedendo un risarcimento di 5 milioni di euro. La richiesta si fonda sul presupposto che nella delibera del 1° agosto ci sarebbe un danno del principio di affidamento, sostanzialmente per la lunghissima istruttoria a cui è stato sottoposto il progetto. L’udienza è stata fissata per il 22 gennaio. Durante il consiglio comunale di ieri alcuni giovani hanno protestata in piazza del Popolo contro lo Zoosafari.

(il Resto del Carlino , cronaca di Ravenna , martedì 10 ottobre)

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ZOODAFARI : LO STRAPPO

1. Benessere animali

PRO L’aspetto della fauna da esporre è il miglior biglietto da visita per i futuri avventori: la cura e il benessere degli animali è il punto fondamentale dell’iniziativa,

CONTRO H consistente flusso dì veicoli sull’adiacente statale Adriatica e le attività del confinante parco di Mirabilandia sono fonte di disturbo e stress per gli animali.

2. Habitat

PRO Animali non autoctoni sono ospitati nel parco di Cervia e negli allevamenti di struzzi. Molte specie – nutria, pesce siluro – si sono adattate al clima della zona. Gli erbivori sono adatti alle mutazioni climatiche.

CONTRO Le specie esotiche recluse soffrirebbero in un clima e un ambiente naturale che non ha nulla a che vedere con quello delle zone d’origine.

3. Motivazioni

PRO. Iniziativa imprenditoriale, quindi è previsto un tornaconto economico. Occasione per contribuire a destagionalizzare il turismo. Con Mirabilandia creerà un polo per lo svago.

CONTRO. Negativa la svendita del territorio, patrimonio di tutti, a fini dì lucro. La reclusione e lo sfruttamento di animali per profitto economico non è eticamente accettabile.

4. Didattica

PRO. La contropartita per la collettività sono gli spazi didattici e informativi gratuiti, convenzionati con il Comune.

CONTRO. La parte didattica è carente. Il parco non ha nessuna attinenza culturale, ecologica e sociale con il territorio. Diseducativo l’inserimento in un ambiente che si dichiara tipico della zona di specie che nulla hanno a che vedere con esso.

(Corriere di Romagna, cronaca di Ravenna , martedì 10 ottobre 2006)

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Clima acceso ieri in consiglio comunale per la discussione dell’ordine del giorno, rinviata in extremis

Rifondazione fa pressing, Alfa 3000 chiede i danni

La società vuole 5 milioni di euro “per la vessatorietà del procedimento”

Il partito egemone ci mette una pezza con una versione più “diplomatica” presentata dal capogruppo dell’Ulivo

RAVENNA. Sotto, in piazza, un manipolo di ragazzi dei movimenti ambientalisti protesta invocando lo stop all’iter del progetto del parco faunistico della Standiana. Sopra, in consiglio comunale, Rifondazione attende al varco il sindaco e l’Ulivo chiedendo una presa di posizione netta contro lo zoo. E in zona Cesarini la giunta fa sapere che la società chiede 5 milioni di danni “per la vessatorietà del procedimento”.

L’ordine del giorno presentato da Rifondazione, benché “congelato” per due mesi – era stato presentato in luglio, prima che la giunta approvasse la Valutazione di impatto ambientale del progetto -, indubbiamente scotta. La discussione è stata incerta fino all’ultimo momento, proprio perché – essendo stato concepito l’odg in un altro momento – poteva essere considerata “inammissibile” la richiesta in esso contenuta di “respingere la proposta”.  Il documento presentato a fine luglio dalle consigliere Valentina Morigi e Raffaella De Mucci chiedeva però anche “di affrontare un dibattito esaustivo in una seduta tematica del consiglio comunale”. La richiesta muoveva dalla considerazione che “le 162 osservazioni pervenute contro il progetto non hanno trovato sempre una risposta pertinente ed esaustiva nelle controdeduzioni presentate dal proponente”, mentre il progetto scientifico “che dovrebbe giustificare la detenzione degli animali” sarebbe per le consigliere “clamorosamente insufficiente”. –   Ma la discussione dell’odg era per Rifondazione l’occasione per far uscire allo scoperto la giunta. “Sindaco e Amministrazione non possono comportarsi da dirigenti fornendo spiegazioni prettamente tecniche – spiega la capogruppo Valentina Morigi – vogliamo da loro un giudizio politico sull’opportunità di avere uno zoosafari a Ravenna. La giunta deve esprimersi”. La capogruppo richiama la differenza fra legalità e legittimità: “Non è detto che ciò che è consentito dagli strumenti urbanistici sia condivisibile dal punto di vista etico”. E oltre tutto, è convinzione di Rifondazione, “la legge regionale e la normativa europea vanno nella direzione che sosteniamo noi”.     La richiesta all’Amministrazione è quella di fare pressioni sul ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio affinchè non rilasci la licenza per l’attività, come ha già fatto il senatore dello stesso partito Martino Albonetti pochi giorni fa con un’interrogazione. “La giunta deve riconoscere di aver fatto un errore approvando la valutazione d’impatto ambientale e insistere affinchè il ministro blocchi il progetto”.   Nonostante le esplicite richieste da parte dell’Ulivo, Rifondazione non ha ritirato né “ridimensionato” l’odg, costringendo il resto della maggioranza, di fatto, a prendere in ogni modo una posizione. “Anche perché – rincara la dose Valentina Morigi – questa è l’unica occasione di confronto sull’argomento: non si è mai riusciti a parlarne né in consiglio né in commissione”. Ulivo (non compatto) e Pri hanno comunque deciso di votare contro il documento.   Alla fine è spuntato un nuovo odg, alternativo al primo, presentato dal capogruppo dell’Ulivo An-drea Maestri. Vi si affermano la legittimità dell’operato della giunta e l’auspicio che “il ministro faccia le opportune valutazioni dal momento che all’interno della comunità ravennate ci sono posizioni contrastanti”.   Vista la tarda ora raggiunta nel frattempo dalla seduta e la delicatezza del tema, la discussione alla fine è stata rinviata alla settimana prossima. All’assessore Gianluca Dradi il colpo di scena finale: ha fatto sapere al consiglio che il 3 ottobre il Comune ha ricevuto la notifica della citazione da parte della società Alfa 3000 in sede civile. La richiesta è di 5 milioni di euro “per la vessatorietà del procedimento”.

Elena De Murtas

(Corriere di Romagna, cronaca di Ravenna , martedì 10 ottobre 2006)

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