CARNERA, IN MOSTRA MITO E LEGGENDA
Nel centenario della nascita, che cade il 25 ottobre, la Provincia di Pordenone ed esaExpo propongono una mostra, curata da Roberto Festi e Ivan Malfatto, e un catalogo, che vogliono affrontare il tema “Carnera” con un taglio trasversale e assolutamente originale, “accompagnando” la storia della vita del campione friulano con tutti quegli eventi e quei riferimenti che sono stati parte integrante della sua epoca.
L’evento espositivo, dal titolo “La leggenda di Primo Carnera”, sarà inaugurato sabato, alle 18.30, e proseguirà fino al 3 dicembre (orari martedì-venerdì 15,30-19,30, sabato-domenica 10-19).
La mostra si dividerà in sette sezioni, sulla vita e il mito di Carnera, mettendoli in relazione con la sua epoca. In tutto saranno quasi 300 i pezzi esposti.
Per quanto riguarda lo sport ci saranno la cintura mondiale (torna per la seconda volta in Italia dopo l’esposizione a Sequals del 2004), i guantoni, la corda, le scarpette, i pantaloncini, la maglia azzurra di Nereo Rocco datata 1934, vinta dalla nazionale italiana di calcio nel ’34-’38 e il corredo da corsa del pilota Tazio Nuvolari. Fra gli oggetti d’arte, ci saranno opere di autori che hanno raffigurato il mito dello sport, come il celebre ritratto eseguito da Giacomo Balla. Da segnalare poi gli splendidi manifesti dalla raccolta Salce di Treviso, le strisce originali a fumetti con le sue “avventure”, i materiali legati all’attività nel mondo del cinema e molto altro. Ma vediamo ora nel dettaglio le caratteristiche delle varie sezioni.
L’emigrante
Il fenomeno dell’emigrazione ha interessato, in epoche e tempi diversi, molti territori italiani. Carnera ne è l’esempio principe per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia, che vide partire, tra la metà dell’Ottocento e gli anni Sessanta del Novecento, oltre 400.000 emigranti. Il forte legame del pugile per la sua terra d’origine viene analizzato alla luce anche della sua esperienza di lavoratore in terra francese, dei problemi legati all’attività svolta, della lingua e ai contatti con la comunità italiana.
Mito del gigante
Il “gigantismo” – patologia trattata in medicina ed intesa come eccessivo accrescimento in altezza del corpo con conservazione delle armoniche proporzioni tra le sue parti -, si affianca ad una lettura più “libera” del tema: i caroselli Ferrero degli anni Settanta, con la figura del Gigante Amico (il più grande successo in tutta la storia della réclame televisiva tutto giocato sul binomio gigante uguale bontà), i miti di Sansone ed Ercole, che si affiancano a opere storico-artistiche di grande suggestione. La sezione tratterà nello specifico il periodo della giovinezza di Carnera e la sua partecipazione, come uomo-spettacolo, nei circhi che lo proponevano per improbabili sfide di lotta.
Origini del pugilato
Le origini del pugilato nell’arte classica si affiancano ai primi “pugilatori ottocenteschi” per giungere sino agli anni di Carnera. La sezione espone preziosi oggetti archeologici affiancati a rari manifesti provenienti dalla Raccolta Salce del Museo Civico di Treviso.
Carriera sportiva
Excursus sulla carriera pugilistica di Carnera, dagli esordi sino al melanconico ritiro dalle scene del 1946. Particolare attenzione sarà dedicata ai principali avversari, con immagini e biografie dei boxeur del suo tempo e al ruolo determinante dei suoi manager. Nel contesto di fotografie d’epoca, molte in originale, altre volutamente riprodotte in grande formato, verranno collocati oggetti e abbigliamento del pugilato appartenuti a Carnera e la cintura di campione del mondo vinta nel 1933 a New York.
Arte e sport
La sezione presenta, affiancandoli e integrandoli, due temi complementari tra loro: i grandi successi dello sport italiano negli anni del fascismo e l’arte a tema sportivo. La prima parte approfondisce il legame tra alcune figure simbolo e il fascismo, con i condizionamenti che il regime applicò nei loro confronti.
La parte artistica, con prestiti da importanti musei e collezioni private, presenta opere inerenti lo sport e il pugilato in particolare, tra cui il celebre ritratto di Carnera di Giacomo Balla. Tra gli artisti presenti: Tullio Crali, Mino Rosso, Fortunato Depero, Ivano Gambini, Renato di Bosso, Carlo Vitale.
La lotta per vivere
La sezione propone una lettura inedita dell’attività svolta nel dopoguerra dal gigante di Sequals, alla luce anche dell’improvvisa quanto discussa attuale “moda” del wrestling. Carnera si dedica alla lotta libera dal 1946 al 1962, diventando, nel 1957, Campione del mondo della specialità. È, a tutti gli effetti, una “lotta per la vita”, l’impresa che Carnera affronta, già malato, per oltre un decennio, combattendo sui ring di tutto il mondo con tour estenuanti. Una lotta per riconquistare quella solidità economica che il pugilato, e le traversie degli anni della guerra, gli avevano negato. Carnera combatte dunque, come ebbe a dichiarare, per “mantenere la propria famiglia”, con la stessa dignità e lo stesso impegno che aveva messo in atto sui ring puglistici.
Da Sequals a Hollywood
Con venti film, tra il 1933 e il 1959, il mito Carnera entra a Hollywood ancora dagli anni dei trionfi sul ring. Le produzioni americane non si lasciano sfuggire questo anomalo e ammirato carachter proponendolo in una serie di pellicole dove il ruolo, quasi sempre marginale, è quello del “gigante” forzuto presentato in parti ironiche o di vero cattivo che ne esaltavano il fisico possente. Tra le molte pellicole girate, particolare attenzione è rivolta a “The Prizefighter and the Lady” (L’idolo delle donne”, 1933) film che andrebbe riproposto se non altro per il contesto pugilistico che vide coinvolti anche Jack Dempsey e Max Baer.
Forza del mito
Come si costruì e come si alimentò il mito di Primo Carnera e quali furono i motivi reali di un così eclatante successo mediatico? Il pugile friulano venne utilizzato come “figura pubblica” per tutta la sua vita. Protagonista di un fumetto popolare molto diffuso, edito da Torelli a partire dal 1947, Carnera (lui stesso per un periodo autore di fumetti) fu anche un efficace testimonial pubblicitario per aziende italiane (Necchi, Zanussi, Carpano). In anni più recenti (2001) è stato oggetto di un documentato e poetico fumetto, opera del pordenonese Davide Toffolo.
Da Il Gazzettino del 12-09-06
Se questo articolo ti è piaciuto condividilo sui tuoi social utilizzando i bottoni che trovi qui sotto
More Stories
Stampa: Circo Sandra Orfei “bloccato” a Caltanissetta: I nostri animali stanno bene
Stampa: Casale Monferrato. #CoronaVirus – la 5a ed.ne di Fantasy rinviata ad aprile 2021
Stampa: Siracusa. Spettacoli a distanza di Loris & Lucilla