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Circensi, un lavoro in ‘equilibrio’ tra scarse sovvenzioni e animalisti

circo medrano

Le cifre parlano di 115 spettacoli viaggianti. Le tradizioni di Orfei e Medrano

 Circensi, un lavoro in ‘equilibrio’ tra scarse sovvenzioni e animalisti

 Riescono a sopravvivere grazie al loro pubblico e al Fondo unico per lo spettacolo che per il 2005 non ha superato i 7 milioni di euro. Un’Accademia per lavorare sotto il tendone

 

Roma, 20 ago. (Adnkronos/Labitalia) – Magia, sorrisi, fiato sospeso e tanto divertimento: è il circo. Creativi, capaci di incantare intere generazioni con acrobazie, animali feroci ammaestrati e volteggi, i circensi italiani riescono a sopravvivere grazie al loro pubblico e al Fondo unico per lo spettacolo che, per il 2005, non ha superato i 7 milioni di euro. E’ praticamente impossibile calcolare il numero esatto delle strutture, e le cifre ufficiali parlano di 115 spettacoli viaggianti. Ognuno di questi fa lavorare da un minimo di 10-12 persone (per un circo cosiddetto ‘familiare’), a un massimo di 120-130 (circo di ‘prima categoria’).

Dal ministero dei Beni culturali – spiega a LABITALIA Egidio Palmiri, presidente dell’Ente nazionale circhi – abbiamo avuto lo 0,77% del totale del Fondo. Ma non è questo il problema del settore. E’, infatti, il pubblico che deve sostenere il circo e non lo Stato. La verità è che nel nostro Paese abbiamo un patrimonio culturale non riconosciuto. Basti pensare che tutte le nazioni europee, compresa la Svizzera, hanno un museo del circo, mentre da noi manca, nonostante la nostra tradizione sia riconosciuta ovunque”.

E così Palmiri denuncia: ”La legge 367 del 1968, che prevede che ogni città abbia un’area a disposizione per l’allestimento di un circo, è rimasta lettera morta. non ha un regolamento e molte amministrazioni creano sempre maggiori difficoltà per i circhi. Nonostante il rispetto degli animali sia un fatto ormai consolidato, il loro ‘lavoro’ continua a rimanere un ostacolo non indifferente. Eppure, dagli anni ’80 l’Ente nazionale circhi ha deciso di abolire completamente le esibizioni di scimpanzé perché troppo aggressivi da vecchi, gli orsi polari per scarsità di acqua nelle regioni del Sud e le ‘foto ricordo’ con cuccioli di animali di qualunque specie”.

Il servizio ‘Circhi’ del ministero dei Beni culturali, dunque, interviene a sostegno e promozione delle attività circensi. Ma, in pratica, i circhi si ‘mantengono da soli’ con l’incasso degli spettatori. Si tratta di un vero e proprio esercito, autofinanziato, e che va dalle persone che fisicamente lavorano nel circo, ad esempio giocolieri, clown, trapezisti o domatori, all’indotto costituito dai produttori di attrezzature circensi, carri e tendoni.

Un circo, in media, per il mantenimento di tutti gli animali erbivori consuma ogni anno circa 300 mila chilogrammi di fieno, 30 mila tra frutta e verdura, 5.000 tra crusca e avena e circa 400 mila di paglia. Agli animali carnivori, invece, spettano 16 mila chili di carne bovina, 1.500 uova e quasi 900 litri di latte. Con un costo fisso annuale non indifferente, tenute presenti anche le esigenze degli artisti.

A dormire dopo mezzanotte, quando le luci dello spettacolo si spengono e il mattino dopo tutti in pista a provare, fino allo spettacolo della sera”. E’ questa la giornata dei circensi illustrata da Elio Casartelli, quinta generazione del Circo Medrano, ‘in giro’ dal 1860. ”Attualmente – ricorda il nostro circo ospita circa 80 artisti. Quando decidiamo di fare spettacoli ‘diversi’ cerchiamo sul mercato i professionisti di una determinata categoria e facciamo loro contratti a tempo determinato. Un artista può arrivare a guadagnare anche 600 euro al giorno. Certo, dipende dalla bravura e, quindi, dai posti dove si è esibito precedentemente. Spesso ricorriamo ai cosiddetti circensi di strada, magari sconosciuti ma che riescono a mettere su un programma che piace al pubblico”.

”L’Italia – avverte Casartelli – è un Paese anacronistico. Stiamo ancora aspettando la conferma di una piazza per il giorno di Natale. Una situazione assurda che non si verifica mai all’estero. Però a noi piace il nostro lavoro, ai miei figli e anche al mio nipotino di 3 anni e mezzo, la settima generazione del circo Medrano che, per ora, in pista si diletta a fare esercizi ginnici. Del resto qui al circo si respira aria pulita e principi sani. Il pubblico lo sa e da più di un secolo ci segue”.

”C’è molta confusione, in Italia, su cosa sia realmente il circo. In molti pensano che sia un luogo dove si maltrattano gli animali, ma non è cosi”’. A parlare è , quinta generazione dell’omonima famiglia ‘in pista’ dal 1820. ”Nel nostro mondo – spiega – vivono molto artisti che, a volte, si esibiscono con animali rispettandoli e amandoli. Anzi, in Italia il settore si sta adattano cercando di esibirsi con animali ‘domestici’ come i cani”. Ma il circo Orfei è anche formazione. ”Da quattro anni, da un’idea di – ricorda Gioia – esiste ‘Il piccolo circo del Sole’ che avvicina il grande pubblico a una realtà curiosa e affascinante come quella del circo, con particolare attenzione nei confronti dei più piccoli e dei giovani milanesi”.

I corsi – sottolinea ancora – sono rivolti a bambini tra i 6 e gli 11 anni che poi si esibiscono con noi. Tra le discipline che si insegnano equilibrismo, acrobazia, clown, trapezio singolo e gionglerie. Attualmente la scuola si trova a Peschiera Borromeo (Milano) e va avanti anche e soprattutto con l’augurio che un grande simbolo del circo italiano come Moria Orfei possa riprendersi al più presto”.

Esiste una scuola, in Italia dove, al posto di geografia, matematica e italiano, si possono apprendere giocoleria, funambolismo e trapezio. E’ l”Accademia del circo’ di Verona, dove una quarantina di ragazzi (non tutti di provenienza circense) dagli otto ai sedici anni, seguono i corsi di alcune delle principali discipline della pista. L’Accademia è una Fondazione patrocinata dal ministero dei Beni e delle Attività Culturali e gestita dall’Ente nazionale circhi. Il corso è articolato in quattro anni. Al termine del quadriennio l’Accademia rilascia il diploma di ‘artista del circo’.

Tra le discipline previste dall’Accademia: stretching, coordinamento fisico, esercizi corpo libero, verticalismo, giocoleria, clownerie, contorsionismo, trampolino elastico, trapezio, tessuti aerei, equilibrismo sul filo e danza (ritmica, acrobatica, classica, moderna). Gli istruttori sono tutti validi ex artisti. Ve ne sono di italiani, portoghesi, bulgari, russi e marocchini. Alcuni dei migliori allievi hanno ottenuto prestigiosi riconoscimenti in manifestazioni internazionali, come i fratelli Peres, medaglia d’Oro al ‘Festival du Cirque de Demain’, a Parigi. O il clown d’Oro conquistato al Festival di Montecarlo dal numero ‘la festa del cavallo’ della famiglia Casartelli, con una dozzina di diplomati dell’Accademia.

Nella seconda metà del ‘900, nei circhi di tutto il mondo è cambiato radicalmente il rapporto tra animali nati in cattività e addestratori. L’addestramento circense moderno è basato su una forma di rispetto reciproco e di collaborazione tra uomo e animale, come confermato dai più insigni etologi, veterinari e direttori di zoo. L’addestramento circense è infatti da anni oggetto di studio da parte di veterinari di Parigi, Zurigo, Berna, Colonia, Amburgo, Berlino, San Diego, San Francisco. E frequentissimi sono gli scambi di esperienze tra tali specialisti e gli addestratori del circo.

Gli animali che si esibiscono nei circhi sono nati in cattività da più generazioni e, quindi, hanno sviluppato un comportamento e un’istintività diversi da quelli allo stato selvaggio. In Italia, gli ‘zoo viaggianti’ al seguito dei circhi ospitano solo gli animali che prendono parte allo spettacolo, custoditi in recinti e gabbie estensibili che vengono ampliate nelle occasioni di sosta sotto il controllo di veterinari.

Durante gli spostamenti da una città all’altra agli animali viene consentito un regolare riposo e movimento garantendo condizioni di viaggio di assoluto rispetto delle specie ospitate. Nell’addestramento moderno gli esercizi compiuti dagli animali si basano esclusivamente sui movimenti e le posizioni conformi alla loro natura e al loro istinto, quindi del tutto privi di forzature.

 

Da ADNKronos del 22-08-06

Circensi, un lavoro in ‘equilibrio’ tra scarse sovvenzioni e animalisti

 

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