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Stampa: A Spinea “Tesoro” di Arcipelago Circo Teatro

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Spinea
Nell’isola del “Tesoro” …

 

Nell’isola del “Tesoro” tutto è possibile: corpi che saltano, volano, piroettano in cielo, si attorcigliano a sbarre, pertiche e altalene sfidando la gravità e poi finestre che si aprono su mondi-altri popolati di pesci, meduse giganti, uccelli in volo, velieri, pescatori, naufraghi, mari in tempesta, cieli stellati. L’universo immaginato da Arcipelago Circo Teatro è un mix di poesia, fantasia e clowneria che trasforma il titolo “Tesoro” in parolina magica: tutto è un “tesoro” nello sguardo del duo e Marcello Chiarenza, il primo grande esperto di storia e tecniche circensi, il secondo estroso regista capace di evocare mondi diversi usando un pezzo di legno, una rete, un pugno di terra. Un “tesoro” nel quale le incredibili capriole degli atleti cubani Los Febles si fondono col passo svagato del candido clown Emanuele Pasqualini della compagnia veneziana Pantakin, e con la dolcissima voce di Claudia Facchini che esalta le musiche di Cialdo Capelli.

Difficile sfuggire all’incanto del nuovo spettacolo “Tesoro” – l’altra sera al parco Nuove Gemme di Spinea, ultima data del tour veneto cui probabilmente si aggiungerà la nuova tappa al Parco di San Giuliano di Mestre – ispirato alle suggestioni del mare, alle isole e ai viaggi e popolato di rimandi legati a “Robinson Crusoe”, “Moby Dick”, “Odissea”, “Il vecchio e il mare”, persino a “Peter Pan”. I corpi degli acrobati si plasmano a seconda dell’esigenza e dell’immaginazione: diventano onde che agitano l’oceano, velieri che salpano verso terre lontane, colonne che sostengono la vita, finestre che schiudono nuovi universi. Un telo azzurro si trasforma in cielo stellato o mare in tempesta pali sottili di legno costruiscono barche, zattere, gabbie, tavole, letti, canne e reti da pesca corde e pertiche si intrecciano a gambe e braccia disegnando suggestive geometrie. I coloratissimi acrobati si arrampicano leggeri sui pali e poi “sventolano” come tende inamidate, il clown rincorre uccelli in volo e palloncini lanciati in aria, gioca con pesci e «bisati», zompetta divertito tra nubi e coriandoli. E nei vorticosi dondolii dell’altalena che lancia gli atleti su doppi e tripli salti (attraversando pure un cerchio di fuoco), si cela la grande avventura dell’uomo sempre pronto a sfidare i limiti. Oltre il mare, oltre il nostro sguardo, per trovare il nostro “tesoro”.

Da Il Gazzettino on line del 09-08-06

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