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Stampa: La violenza sugli animali poi si sposta sugli uomini

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È nato un gruppo di studio sulle tradizioni violente

 

La violenza sugli animali poi si sposta sugli uomini

 

Secondo uno studio i bambini e gli adolescenti crudeli verso gli animali hanno una maggiore probabilità di manifestare in età adulta comportamenti violenti e antisociali generalizzati e ripetuti

 

Recentemente lo psicologo americano Frank Ascione, professore di psicologia dell’Università dello Utah e Camilla Pagani, psicologa del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma, hanno compiuto una ricerca sul comportamento violento dei bambini nei confronti degli animali: una volta su cinque la ragione che spinge a compiere atti di violenza nei confronti di animali è il semplice divertimento, e i bambini e gli adolescenti crudeli verso gli animali hanno una maggiore probabilità di manifestare in età adulta comportamenti violenti e antisociali generalizzati e ripetuti.

Altri studi scientifici effettuati a livello internazionale negli anni passati da noti psicologi, mostrano come la moralità si sviluppi tramite un apprendimento sociale che varia a seconda del contesto in cui si vive: criteri morali assorbiti nell’infanzia e durante l’adolescenza dal contesto familiare e sociale, verranno poi mantenuti in età adulta, anche in situazioni diverse.

Prendendo spunto da queste ricerche nasce in Italia il Gruppo di Studio sulle Tradizioni Violente, composto e supportato da associazioni che operano in vari settori per la tutela dei bambini e, più in generale, a favore delle vittime di violenza. Si tratta di educatori, pedagogisti, psicologi, avvocati e ricercatori che lavorano anche a programmi terapeutici.

«In Italia si convive con molteplici tradizioni in cui gli animali vengono maltrattati dall’uomo a scopo ludico. Alcuni esempi sono le feste di paese e religiose, i palii, i circhi, la caccia e la pesca sportiva – dichiara Monica Bertini, coordinatrice del gruppo di studio -. Tutte queste attività che dovrebbero divertire adulti e bambini provocano sofferenza psicologica e fisica evidente agli animali, e persino la morte, e rischiano di danneggiare la naturale empatia del bambino impedendogli di riconoscere i segnali di sofferenza e di dolore di altri esseri viventi».

Eppure, i primi anni di vita, in particolare dai sei ai tredici anni, hanno un’importanza straordinaria: in quel periodo si forma la concezione morale degli individui e perciò della società.

Il Gruppo di Studio sulle Tradizioni Violente nasce con lo scopo di proteggere bambini e adolescenti da quelle tradizioni che nascondono, dietro a un velo di apparente normalità, dei modelli che, se acquisiti, rischiano di indurre espressioni di violenza nel bambino e di deviare la sua moralità in fase di formazione.

«Il ruolo dei genitori e delle istituzioni è fondamentale – conclude la portavoce del Gruppo di Studio – ed è per questo che invitiamo tutti gli specialisti del settore a prendere visione della documentazione da noi raccolta e collaborare con noi in programmi mirati».
(Info Gruppo di Studio sulle Tradizioni Violente – www.tradizioniviolente.orginfo@tradizioniviolente.org – Per contatti diretti: 0041788412697. dopo le 18).

 

Da Villaggio Globale del 28-07-06

 

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