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STAMPA:Parco alla Standiana , braccio di ferro in attesa del voto

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ad agosto la decisione

Parco alla Standiana , braccio di ferro in attesa del voto

di Tizlana Piscopello

Chi è contro lo chiama zoo-safari, chi è prò lo definisce parco faunistico didattico. Basta questo per capire che quest’estate sarà caldissima per chi fra due settimane, dovrà votare per il via libera al progetto del parco *Le dune del Delta’.   “La delibera sul parco verrà messa all’ordine del giorno nella prima settimana di agosto — spiega l’assessore comunale all’Ambiente Gianlula Dradi —. Dopo il parere positivo della Conferenza dei servizi, la parola spetta infatti alla giunta”. E’ dal 2003 che il progetto del parco ‘Le dune del Delta’ è al vaglio delle istituzioni: commissionato allo studio dell’ archi tetto Rusticali di Russi dalla società Alfa 3000, la stessa proprietaria del parco di Fasano, ha passato tutto l’iter per il rilascio delle autorizzazioni. Ma la sua realizzazione non è gradita da molti, cittadini e associazioni animal iste in testa. Pochi giorni fa il ‘no’ al parco faunistico alla Standiana è arrivato da Rifondazione Comunista che ha ricordato di essere “assolutamente contraria la progetto” perché “il contesto ambientale e antropico non può dirsi favorevole e si privilegia la componente commerciale e la reclusione degli animali a fini di lucro”. E’ di ieri l’ennesima bocciatura dei Verdi.  “Il nuovo progetto — spiega l’architetto Alessandro Rusticali — rispetta tutti i suggerimenti del comitato di esperti del Comune. Privilegia l’aspetto didattico, con un auditorium e una palazzina della Scienza, con l’avvio di una collaborazione con le università di Bologna e Ravenna.     Altre due aree saranno invece visitabili a piedi o con un trenino elettrico o con le auto. Nei 34 ettari — dice l’architetto — saranno ospitati animali di fauna europea, uccelli acquatici ed erbivori per un totale di 168 esemplari. Ci sarà anche un’area di recupero per animali feriti o sequestrati per un totale di 30 esemplari”. Sono meno di una ventina le specie che appartengono alle tre categorie: dai cervi ai cinghiali, dagli struzzi ai fenicotteri, dalle antilopi alle zebre. Nessun animale esotico né leoni, né giraffe.   Ma per chi non vuole lo ‘zoo-safari’ il punto non è questo. “Una struttura in cui degli animali vengono esibiti come attrazioni in stato dì cattività e al di fuori dal loro contesto naturale — dice Marco Ferrari, dei Verdi — non può essere spacciata come un progetto con funzioni educative. Meglio allora seguire l’esempio delle ‘fattorie di-dattiche’, come in Veneto”, Insomma non è il tipo di animali ospitati, ma il modello di parco che viene messo in discussione. Per gli animalisti della Lay si tratterebbe di una “ennesima prigione per animali” e non un progetto “secondo natura”, come è stato definito da alcuni. E mentre la Lav mette in Rete un dossier sul parco, l’Enpa ha già mobilitato, l’anno scorso, i suoi iscritti in tutta Italia per una raccolta di firme contro il progetto. Insomma la battaglia su ‘Le dune del Delta’ è appena iniziata.

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I Verdi: “E’ uno zoo, inutile cambiare il nome”

I Verdi intanto annunciano una mobilitazione ” a livello nazionale ed internazionale contro una specie di zoo di cui i ravennati non sentono affatto la necessità”. “La città — scrivono in un comunicato Marco Ferrari e Maria Grazia Beggio — ha già risposto negativamente in una affollata Agenda 21. La sua eventuale realizzazione sarebbe, a nostro giudizio, incompatibile con l’offerta turistica ravennate e finirebbe con screditarne l’immagine stessa. Introdurre nel nostro territorio degli elementi estranei al nostro patrimonio faunistico è in netta contraddizione rispetto alla valorizzazione delle preziose e uniche risorse ambientali ravennati all’interno del vero Parco del Delta del Po”. “Come sarebbe possibile — chiedono i rappresentanti del ‘Sole che ride’ — far convivere la richiesta del riconoscimento all’Unesco del nostro ambiente naturale come patrimonio dell’Umanità con l’installazione di strutture in cui gli animali sono costretti a vivere in cattività avulsi dal loro contesto e che perciò vanno nella direzione opposta?”. “Riteniamo questo progetto — concludono i Verdi — inaccettabile, meramente formali e assai parziali le risposte offerte dai tecnici che hanno redatto la valutazione di impatto ambientale (a molte osservazioni non è stata data una risposta). Ricordiamo anche che comunque, in ultima istanza, spetterà solo al ministro dell’Ambiente, Pecoraro Scanio, dare l’assenso all’apertura dello zoo, perché di questo si tratta malgrado il trucco di cambiargli il nome”.

Il Resto del Carlino (cronaca di Ravenna) , 25 luglio 2006

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