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Stampa: Milano ricorda Leo Wachter l’ impresario che portò il Circo di Mosca

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ANNIVERSARI / Zuzzurro e Gaspare, Fo e Rame, i giovanissimi Bisio e Albanese: da questa scuola di talenti sono passati in tanti

 

Leo fece Ciak e trasformò il cabaret

 

Per i 30 anni della sala di via Sangallo gli amici ricordano il grande impresario Wachter

 

La stagione che si aprirà col «Delitto perfetto» di Hitchcock sarà la trentesima del Ciak. Dire Ciak vuol dire, per gli amanti dei Cinema Paradiso, indietreggiare con la memoria fino al vecchio Dea, ma soprattutto ricordare con quale coraggio e intuito il grande impresario Leo Wachter, che aveva portato per primo da noi i Beatles, il Circo di Mosca e aveva rischiato tutto su «Ciao, Rudy», rilevò nell’autunno 1997 la sala — toccata una volta anche dal signor G., Gaber — per farne un locale a doppio programma. Se il cartellone iniziò con un film d’arte e di culto, la «Cina» di Antonioni, subito dopo Wachter intuì che la via giusta era offrire al pubblico, ovviamente giovane, a buon prezzo, un film e un cabaret, avanspettacolo intellettuale colto e divertente, stimolante e provocatorio, mai banale con il recupero anche del vecchio cinema: successo immediato. Leo fu anche il primo a organizzare degli elettrici San Silvestro in teatro e un grande festival del jazz. «E da allora — ricordano oggi la figlia Patrizia e la vedova di Leo che per anni hanno lavorato con lui in teatro — sono passati tutti al Ciak, luogo di storiche amicizie e scuola di talenti: Zuzzurro e Gaspare, Jango Edwards, Lella Costa, il Circo Immaginario della Chaplin, Bergonzoni, Fo e , Boldi e Teocoli». Questa stagione, che propone più teatro e meno cabaret, addirittura puntando su due Don Chisciotte due, vuole anche ricordare chi ha lavorato in questo teatro e ha trascorso anni nella via Sangallo. Come Leo, che stazionava fisso alla cassa: anche quando diventò malfermo di salute il suo sorriso non mancava mai all’ingresso. Ma allora faceva paura al giovane allievo della scuola del Piccolo Antonio Albanese, che tentava di entrare di straforo: «Non ebbi mai il coraggio di confessarglielo». Invece Diego Abatantuono ripensa a quella sera in cui debuttò al Ciak, credeva di non trovare nessuno e invece c’era tanta gente che il traffico era bloccato. Fatti della vita di teatro. Claudio Bisio ricorda di essere salito sul palco del Ciak quando era ancora un cine-teatro, fra due proiezioni, e c’erano ghiottonerie, anche i Marx. Il suo ricordo è per Susanna Wachter, sorella di Leo, da dieci anni scomparsa e rimpianta, che avrà una serata d’onore lunedì 9 ottobre, quando al Ciak arriveranno, coordinati da Zuzzurro e Gaspare, molti dei suoi amici artisti tra i quali Aldo, Giovanni e Giacomo, Albanese, Hendel, Covatta, Dix e altri. «Chiederemo a tutti quelli che hanno già accettato, e sono molti — dice Paolo Scotti delle Officine Smeraldo — di ricordare aneddoti in modo da offrire una serata diversa, un talk show tra amici». Ricorda Patrizia Wachter: «Ci sono stati momenti importanti e curiosi, vedi il debutto di Franco Battiato con la sala semivuota, l’arrivo del Circo di Victoria con la sua poesia e uno dei primi concerti trionfali di Paolo Conte. Poi il repertorio si è rinnovato, da noi sono passati in molti e spesso ci sono rimasti fedeli, anche quando la sala è stata presa in gestione da Maurizio Costanzo e poi è passata a Gian Mario Longoni, entrambi sempre rispettosi alla memoria storica del papà su cui vorrei presto organizzare una bella mostra ricordo».

 

Maurizio Porro

 

Da ViviMilano del 01-07-06

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