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Stampa: a Più Festival La compagnia Käfig

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La compagnia Käfig ha bissato il successo ottenuto con il precedente spettacolo «Terrain Vague»


Il «Rècital» acrobatico in cui la musica è sovrana
La coreografia di Merzouki coniuga ritmi hip-hop con i linguaggi del circo contemporaneo

 

Ancora un grande successo per che, nell’ambito di «PiùFestival», dopo «Terrain vague» ha presentato l’altra sera al Teatro Sociale «Récital».
È uno spettacolo creato da Mourad Merzouki nel 1998 e riallestito lo scorso anno, che ha costituito una tappa importante nell’affermazione di questo gruppo, francese per sede legale ma internazionale e multietnico per provenienza dei suoi membri, che ha preso l’hip hop dai marciapiedi delle periferie e l’ha portato alla dignità artistica della danza moderna . Merzouki, nato a Lione ma d’origine kabila, ha fatto confluire i suoi interessi giovanili per la cultura hip hop e per il circo in una formazione coreografica maturata attraverso l’incontro con la danza moderna. così che elementi di tradizione popolare e innovazione sono alla base della sua poetica.
Se in «Terrain vague» cercava una sintesi sul piano acrobatico ed espressivo tra il linguaggio della danza e quello del nuovo circo, in «Récital» è invece più legato all’ hip-hop, proponendo in scena un gruppo di sei danzatori che agiscono mossi da un prepotente bisogno espressivo che è fatto di musica e fisicità.
Non c’è qui una storia, non ci sono atmosfere, ma ritmo allo stato puro che viene da una partitura musicale suggestiva composta da Frank II Louise. È la musica a fare da elemento portante dello spettacolo. Lo suggerisce fin dall’inizio la «fioritura» in scena dei leggii di un’orchestra e lo sottolineano i violini con cui giocano i danzatori e il personaggio che cava suoni curiosi da un tubo di gomma. C’è inoltre in «Récital» un uso sapientissimo delle luci che disegnano lo spazio e creano suggestioni cromatiche entro le quali i movimenti coreografici appaiono a volte accelerati come in una sfida all’impossibile. o rallentati in segmenti di gesti, che sembrano negare la filosofia dell’hip-hop e ne esaltano invece l’essenza estetica.
Käfig ha saputo catturare e trascinare il pubblico: applausi interminabili ai quali la compagnia ha risposto con alcuni pezzi di bravura dei singoli danzatori e con un corale «grazie mille».f.d.l.

 

Da BresciaOggi del 23-06-06

 

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