Il giudice Geo Orlandini decide sulla querelle divampata a Brescia nel dicembre di quattro anni fa |
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Il tribunale di Brescia ha dato torto a Moira Orfei costringendola anche a rifondere le spese processuali pari a 7.280,12 euro. Per il giudice Geo Orlandini, in sostanza, le richieste di Moira Orfei di oscurare le insegne del Circo David Orfei non erano fondate. Nei giorni scorsi, a distanza di quasi quattro anni, è giunta a sentenza la «bega» tra Moria Orfei e il titolare del Circo David Orfei.
La lite aveva preso il via nel dicembre del 2002 a Brescia. In città dal 21 dicembre al 13 gennaio era prevista la presenza del «Circo David Orfei». La città era stata tappezzata di cartelloni e manifesti, il nome «Orfei» capeggiava ad ogni strada. L’evento era atteso, i bambini sognavano già pagliacci, ammaestratori e funanboli. Moira Orfei e il marito Walter Nones avevano fatto un ricorso urgente, accolto parzialmente dal giudice civile del tribunale di Brescia Vittoria Gabriele, chiedendo l’oscuramento del nome Orfei sulle insegne del circo al lavoro in città. Per Moira Orfei e il marito, in sostanza, la dinastia Orfei nel mondo del circo è una sola. Per la più famosa coppia del circo chi usa il nome Orfei è come se violasse un marchio o usurpasse un nome. E per Moira e il marito il circo che doveva fare tappa a Brescia nelle vacanze natalizie di quattro anni fa non aveva nulla da spartire con loro.
Il circo in città, gestito da Gino Rossante Vanes, impresario padovano che aveva assoldato un artista inglese di nome David Roscoe Orfei, aveva cambiato il nome del circo in «David Orfei». Una scelta contestata da Moira Orfei che accusava il titolare del circo di «inganno» del pubblico facendo credere che si trattasse di un circo legato alla nota dinastia circense. Ma l’artista inglese, come sottolineato da Moira Orfei, aveva potuto aggiungere «Orfei» al suo cognome grazie alla normativa inglese. Moira Orfei aveva dichiarato che la presenza di circhi non veramente Orfei veniva segnalata dal pubblico, che restava spesso deluso per spettacoli non all’altezza del nome.
Per il giudice Moira Orfei aveva ragione: il circo David Orfei «faceva concorrenza sleale». Il giudice aveva quindi disposto il sequestro immediato di volantini, manifesti e materiale pubblicitario. Il circo che si stava esibendo in città era anche stato obbligato a cancellare dalle insegne la scritta Orfei. O meglio, come sostenuto da David Roscoe Orfei, ci avevano pensato alcuni imprenditori circensi che «erano stati identificati e denunciati all’autorità giudiziaria ed il procedimento – ricorda David Roscoe in una nota – è tuttora pendente al tribunale di Brescia».
Nei giorni scorsi il giudice Geo Orlandini ha dichiarato inammissibile la domanda di conferma del provvedimento emesso il 20 dicembre 2002 e inammissibile la domanda di concessione del sequestro. Il giudice Orlandini ha dichiarato anche «il difetto di legittimazione attiva di Moira Orfei rispetto alle domande di merito proposte al tribunale, respinge le domande di inibitoria all’uso del nome Orfei».
In sostanza per il tribunale di Brescia le accuse di usurpazione di nome avanzate da Moira Orfei non stanno in piedi e il circo che si esibiva a Brescia nelle vacanze natalizie del 2002 poteva fregiarsi del nome «Orfei». Una decisione che da ragione all’imprenditore veneto che sul nome «Orfei» ha costituito la fortuna dei suoi spettacoli. Come dire che il nome Orfei non è un marchio.
w.p.
da “Brescia Oggi” del 19/06/2006
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