VISIONI INTERNAZIONALI REALIZZA UN SERVIZIO SULLA SCUOLA DI CIRKO
A Grugliasco l’inviato di Al Jazeera
A Grugliasco è in arrivo una troupe televisiva che mai, con ogni probabilità, aveva prima varcato il confine di questo Comune. Si tratta niente meno che di Al Jazeera. Il motivo? Il mondo arabo, che forse non ha mai visto un servizio sul Museo del cinema, vedrà invece in televisione uno speciale dedicato alla «Scuola di Cirko». Non pensate che questo accada perché al parco Le Serre è imminente l’avvio, il giorno 22, del quinto Festival internazionale del circo contemporaneo, in cui si esibirà (il 29) Leo Bassi. E’ il clown finito sui giornali, qualche settimana fa, per un attentato organizzato nel suo camerino a Madrid. Il suo spettacolo, «», era stato giudicato molto offensivo dall’estrema destra cattolica di Spagna. Ne era risultata una protesta davanti al teatro da parte di esponenti del partito «Altervativa Espanola», e vicino al camerino dell’artista era stata trovata e disinnescata una bomba.
In realtà, la ragione dello sbarco di Al Jazeera è lontanissima da ogni sorta di integralismo, si tratti di ultracattolici o di estremisti dell’Islam. Almeno secondo il direttore della scuola Paolo Stratta. Il fatto è, spiega, che nel mondo arabo il circo è un ufo, o quasi, e crea, di conseguenza, grande curiosità. «Esiste anche da loro – dice Stratta – una grande tradizione di artisti di strada, ad esempio per quanto riguarda i cantastorie o artisti ambulanti. Ma sul circo, quello vero e proprio, che prevede gli spettacoli sotto il tendone, non c’è nulla, o quasi. E’ rarissimo vederne uno nei loro paesi».
Così, il 26 giugno Al Jazeera spedirà da Parigi una troupe che si tratterrà un’intera giornata e illustrerà agli arabi la possibilità di studiare a Grugliasco in questa scuola assai particolare. Vi s’insegnano – sponsor il Comune, e grazie a una grossa mano dalla Provincia – materie come la giocoleria, l’equilibrismo, le discipline acrobatiche, il teatro o la danza ma soprattutto il contorsionismo: «E’ a quello, che sono particolarmente interessati. Realizzeranno una trasmissione in un ciclo dedicato alle possibilitò di formazione e di studio per i bambini arabi, e gireranno immagini soprattutto su insegnanti e allievi di contorsionismo. Noi lo insegnamo attraverso lo yoga: a differenza di quanto avviene nei paesi asiatici, utilizziamo cioè metodi “dolci”, e non meccanici, dolorosi e invasivi come ad esempio in Cina».
Poiché «il contorsionismo lavora anche sulla felicità del corpo, su aperture e spaccate, mentre il mondo arabo contemporaneo lavora sulla chiusura e la copertura del corpo, specie se femminile», quelle immagini «spero rappresenteranno un momento di confronto culturale interessante». Naturalmente, per evitare di urtare la platea di fedeli all’Islam, «ci hanno pregato di adoperare costumi non sgambati, e più coprenti del nostro solito». Così, puntualmente, avverrà.
Da del 16-06-06
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