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Stampa: Salvare gli animali nelle calamità

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Il problema affrontato in un seminario promosso dalla Lega antivivisezione

 

Salvare gli animali nelle calamità

 

Una «Carta del rischio» e un gruppo nazionale emergenze della Lav

 

MATERA

Verrà costituito presto il Gruppo nazionale emergenze della Lav, la Lega antivivisezione, che ha organizzato un seminario preparatorio, sul tema «Gestione dei soccorsi agli animali nelle situazioni di emergenza». Obiettivo, il riconoscimento dell’organismo come «Gruppo volontario di Protezione civile» sul territorio regionale, che sarà iscritto nei registri di volontariato e costantemente a disposizione di Prefetture, Regioni e del Dipartimento Protezione Civile, in caso di emergenze in cui siano coinvolti animali. Al corso, strutturato in due giornate e tenutosi nel convitto «Le Monacelle», hanno partecipato una ventina di volontari Lav e Legambiente è stato anche occasione per stilare le linee-guida per la costituzione di una “Carta del rischio”: una mappa su luoghi, metodi ed interventi per la messa in sicurezza degli animali in caso di alluvioni, terremoti, frane ed altre calamità naturali. «La definizione della Carta – ha detto Pio Acito, di Legambiente Basilicata – si prefigge di curare una carenza organizzativa generale. Fornirà ad enti locali, allevatori, gestori di strutture agrituristiche e di circhi norme comportamentali e luoghi per evitare agli animali situazioni di stress in caso di calamità». Nel seminario, coordinato da Elisa D’Alessio, consigliere direttivo nazionale Lav, si è parlato di piani di emergenza, dei vari livelli di rischio a cui sono sottoposti gli animali, del ruolo dei Vigili del Fuoco, della Protezione Civile, dell’Asl, dei servizi veterinari e dei volontari. Grande spazio è stato riservato all’argomento della cattura e del trasporto di animali in situazioni di emergenza. Tanti i relatori, dallo stesso Acito a Raffaele Bove, disaster manager dell’Asl Campania, ad Erwan Gueguen, geologo e ricercatore del Cnr, che ha relazionato su rischio sismico ed idrogeologico delle varie regioni italiane. «Come volontario della Protezione civile – ha detto -, partecipando a molti interventi di soccorso in luoghi dov’erano avvenute calamità naturali, ho imparato che sugli animali vanno fatte azioni specifiche. Ci sono gli animali domestici, che spesso non possono stare in tendopoli, e vengono ospitati in canili temporanei. Poi ci sono i canili municipali e gli allevamenti: in caso di disastro, c’è la necessità di rimuovere le carcasse e di evitare il proliferare di infezioni. Le emergenze, dunque, sono tantissime: per questo è necessario formare, progressivamente ma in maniera completa, i volontari». Grazia Tantalo

 

Da La Gazzetta del Mezzogiorno on the web del 08-05-06

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