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Stampa: Niuman, dalla Russia con passione

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NIUMAN, DALLA RUSSIA CON PASSIONE

 

È stato “dirottato” a Brugnera il Niuman Circus, in questi giorni in provincia, per far posto al grande circo della politica, ma il suo debutto ha suscitato grande curiosità e interesse, attirando un gran numero di famiglie, in attesa della tournèe cittadina, iniziata venerdì a Cordenons, in via Maestra Vecchia, che ospita il tendone fino al 25 aprile, con spettacoli giornalieri (alle 17 e alle 21.15 nei giorni feriali alle 15.30 e alle 18 nei festivi).

Un nome curioso, che viene dalla Russia, per una famiglia ormai italiana da quattro generazioni, che ha saputo offrire uno spettacolo di grande qualità, con artisti tutti italiani. Ritmo ed energia per una regia spettacolare, ma non invadente costumi suggestivi, ma discreti numeri di qualità una conduzione affabile e naturale, non urlata ottime scelte musicali una calibrata presenza di numeri con animali: questi i punti di forza del Circo Niuman, coi quali si presenta al pubblico pordenonese.

Dopo una calorosa accoglienza con le eleganti livree rosse o nere dagli alamari dorati, il numero di apertura viene accolto dai gridolini emozionati dei bimbi. La fantasia gitana è una coreografia collettiva di forte impatto, che unisce danza, acrobazie, giocoleria e fruste agli sfrenati ritmi “unza unza time” di Emir Kusturica.

Ma l’entrata trionfale è per “Zorro”, in groppa ad un magnifico frisone morello dal pelo lucente, la folta coda intrecciata e gli eleganti ciuffi alle zampe. Ma anche i suoi “colleghi” equini bianchi si distinguono per l’esecuzione di ottimi “stop” sulla musica e l’andaluso sauro si alza sulle zampe posteriori con grande impeto e bellezza a pochi centimetri dal suo “allenatore”, Donald Niuman.

Tra un numero e l’altro, a dare un po’ di respiro e regalare molti sorrisi, ci pensano i clown Banana e Polpetta e, se i bambini si sono divertiti con il pappagallino ammaestrato di peluche di Banana, i papà hanno sicuramente apprezzato la tecnica sicura di Stefy agli hoola hop. Notevoli anche le capaci tecniche dell’antipodista Caroline che si è abilmente destreggiata con rulli, palle e aste infuocate. Coreografia mista per “Terra d’Argentina” con le ragazze ai tamburi e Donald alle bolas, mentre il duo Caveagna ha scelto una piccola pista circolare per eseguire un numero di pattini acrobatici.

La prima parte si conclude con il numero elegante e armonioso della giovane verticalista Suyen. Altrettanto eleganti e simpatici gli scattanti Dalmata agli ordini del giovane David, mentre un Alano maculato, seriamente composto nella sua statica presenza, ha approfittato del giro di saluto per dare una leccatina allo zucchero filato che un bambino in prima fila sporgeva impudentemente.

Ancora ritmi spagnoleggianti per l’esibizione, tra salti, danza e acrobazia sul filo teso, del giovane Erik, che conclude con un salto mortale. Yuri Caveagna esegue un numero di equilibrismo ai rulli di grande dinamicità, che termina con la grande sfida: in equilibrio su otto rulli. Un numero davvero sul filo del rasoio, difficilissimo, che rappresenta ogni volta un’incognita.

Il primo tentativo non riesce e la caduta dell’artista è come uno squarcio dietro le quinte sul grande impegno, non esente da rischi, a cui vanno incontro gli artisti del circo, ma Yuri non demorde e il pubblico lo sostiene ancor più calorosamente nel suo secondo tentativo, che va a buon fine.

A chiudere i numeri “umani” ci pensa David Busnelli, sul trapezio Washington, in equilibrio sulla testa, mentre i numeri “animali” si concludono con le caprette sulla gobba dei dromedari.

Da ultimo arriva anche il “pezzo forte” (l’ ippopotamo) che mangia un panino, fa un inchino e se ne va, suscitando lo stupore dei più piccini. Lo spettacolo è finito: tutti in pista per gli applausi finali e qualche acrobazia, mentre scorre la canzone “Il circo siamo noi, non mollare mai, se non ce la fai”. Proprio come hanno fatto David, Erik (che si sono anche esibiti al festival del Circo Massimo) e Kevin, tutti e tre diplomati all’Accademia del Circo, con gli istruttori internazionali Aguanito Merzari e Fatima Zora e che ora muovono con sicurezza i loro primi passi nel mondo professionale, chi a testa in giù sul trapezio, chi in equilibrio sul filo e chi con le gigantesche scarpe del clown. «Nonostante – ci hanno confidato – la vita del circo sia molto dura e imponga numerosi sacrifici». Il circo adesso sono loro.

Clelia Del ponte

Da Il Gazzettino on line del 16-04-06

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