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Stampa: Livio Togni, che acrobata Ora sta con la Lega

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Togni, che acrobata Ora sta con CASO Il senatore dice addio a Rifondazione

Altro che domatore. Un acrobata. Capace di un salto mortale senza rete nel circo della politica italiana: da Rifondazione comunista al Movimento per l’autonomia, ovvero i leghisti del sud alleati con Bossi.

Mica male. «L’unica proposta che mi è venuta e che accetto perchè può calzare con i miei propositi, mi è arrivata dal Movimento per l’Autonomia di Lombardo», ammette Livio Togni, senatore dal 2001, erede della tradizione circense dei Togni.

Senatore, ma Lombardo dove la candida?

«Primo della lista nel Molise e terzo in Campania»

Collegi sicuri?

«Dipenderà da come sarà la reazione. E’ un partito nuovo, non ci sono riferimenti. Vedremo i risultati che sapremo prendere».

E’ un addio anche al centrosinistra.

«Beh sì, l’Autonomia sta con il centrodestra».

Passa completamente dall’altra parte.

«Passo completamente dall’altra parte, ma restando indipendente. Prima ero indipendente nel centrosinistra ora lo sarò nel centrodestra. Probabilmente non accontenterò da questa parte come non ho accontentato l’altra».

Dica la verità: ha cambiato le opinioni politiche?

«No, le mie opinioni restano le stesse».

E come fa?

«C’è un accordo con il partito. Su alcuni punti io sono nella battaglia con loro. In sostanza sono i punti mi hanno allontanato da Rifondazione (no ai Pacs, sì alle truppe in Afghanistan, ndr). Sui punti per i quali non sono d’accordo con Lombardo voterò tranquillamente contro o mi asterrò. Mi riconoscono l’autonomia di decisione».

I sondaggi danno vincente il centrosinistra: alla fine lei rischia di restare sempre all’opposizione. Non la preoccupa?

«No, la mia intenzione era di appoggiare quelle cinque leggi alle quali tengo moltissimo e alle quali tengono le persone che hanno creduto in me».

Quali sono queste leggi?

«Una è sul riconoscimento, nel giorno della memoria, del sacrificio degli zingari, dei Rom e dei Sinti nella Shoà: ne sono morti 800 mila. L’altro disegno di legge è la pari dignità per gli artisti di strada che oggi si esibiscono sempre e comunque nell’illegalità, per una legge fascista. E poi una legge sul circo, con una riforma del sistema per salvaguardare un patrimonio in mano oggi a persone che hanno poche risorse da sostenere. Intanto queste».

Insomma, non si sente un voltagabbana?

«No, per niente. Ero indipendente prima e lo resto oggi».

A Rifondazione che cosa ha detto?

«Che vuole… è una decisione che ho preso ora, dopo lunga indecisione».

Davide Nitrosi

da Il Resto del carlino, 7 Marzo 2006

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