
TORINO 2006. LE FOTO DELLA CERIMONIA DI CHIUSURA DELLE XX OLIMPIADI
Fine dei Giochi. Isolde Kostner spegne la fiamma olimpica, ma restano le luci delle emozioni e… delle medaglie
Torino, 26 febbraio 2006
L’addio arriva con il Carnevale italiano a mascherare la malinconia dell’Olimpiade che finisce. Due ore di canti e di balli, in cui clown, saltimbanchi da circo e artisti di strada si mescolano agli atleti. Che non sono più divisi per nazioni, ma sfilano tutti insieme, in un abbraccio collettivo forte quanto la tristezza per il braciere che si spegne. Il buio, però, dura giusto il tempo di accendere le emozioni dei ricordi, veri e propri fari che continueranno a brillare nel cuore di chi ha vissuto questi Giochi invernali. E che illumineranno per sempre l’Italia, come i petali d’argento che cadono dal cielo nella notte di Torino.
Più che a un addio, di Chiusura di Torino 2006 assomiglia ad un arrivederci. Un saluto allegro e gioioso come il naso rosso indossato dagli atleti e le maschere – da angelo o da diavoletto – che nascondono il volto del pubblico. Le sensazioni delle gente che assiste allo spettacolo si devono quindi cogliere dai gesti, che alternano stupore e meraviglia a malinconia e commozione seguendo la musica della serata. Si inizia con quella new-age che segna l’arrivo dalle montagne di un clown bianco (Fabrizio Arigoni) a cavallo (trainato da Paride Orfei) di ispirazione felliniana. Dall’oceano di cartapesta emerge invece la sirena Valeria Marini. Le Alpi e il mare, i due elementi che circondano l’Italia, si fondono insieme facendo partire la burlesca corte del circo e del Carnevale. L’eccesso prende il posto della regola e la goliardia dei mascheroni di Viareggio e dei tarocchi la fanno da padrona.
Tutto però torna serio quando Giorgio Di Centa entra nello stadio per ricevere la medaglia d’oro della di fondo. La premiazione fa risuonare l’inno di Mameli, cantato dal pubblico in piedi a sventolare migliaia di tricolori. Il tifo sale alle stelle per l’omaggio agli ultimi vincitori di questa Olimpiade e gli occhi si gonfiano di pianto per l’emozione. E’ soltanto una parentesi, però, perché subito dopo la spensieratezza del Carnevale porta via le lacrime in un alternarsi tra serio e faceto che prosegue fino alla fine. Brividi di commozione per l’alzabandiera con la fanfara dell’Arma dei Carabinieri, allegria a non finire per i balletti dei pagliacci e la parata degli atleti, sorpresa per le acrobazie di strabilianti uomini volanti e dei pierrot in vespa, lambretta e cinquecento e poi di nuovo pelle d’oca per la ‘flag handover’, la consegna della bandiera olimpica.
L’Italia cede il passo al Canada, fra quattro anni nuova patria dei Giochi invernali, mentre Avril Lavigne canta sul palcoscenico dove il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, e quello di Vancouver, Sam Sullivan, si scambiano il vessillo. E’ l’inizio della fine: otto campioni dello sport italiano – Nino Benvenuti, Novella Calligaris, Sara Simeoni, Livio Berruti, Gustavo Thoeni, Klaus Di Biasi, Mario Cipollini e Gianluca Vialli – portano via lo stendardo e i cinque cerchi innalzati durante d’Apertura si spengono sulle note del ‘Và Pensiero’.
Gli ultimi attimi di luce del braciere illuminano 400 spose che, con tanto di velo bianco in testa, portano nello stadio altrettante lanterne. Tocca ad una di loro, l’ex sciatrice Isolde Kostner, spegnere il tripode dell’Olimpiade. Un omaggio alla sua carriera sportiva, conclusa da pochi mesi per diventare mamma, ma anche alle donne che – dalla tedofora Stefania Belmondo in poi – sono state grandi protagoniste di questi Giochi. La tradizione vuole che le spose portino fortuna e la loro presenza vuole essere un auspicio per un futuro di luce. E allora tanto vale cantare insieme ad Andrea Bocelli ed Elisa e ballare al ritmo latino di Ricky Martin. Perché dopo la mezzanotte arriva sempre il giorno, con la sua esplosione di colori che rischiara tutto come i fuochi d’artificio sul cielo di Torino. E il sipario può rimanere alzato…






Da www.raisport.rai.it del 27-02-06
AV
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