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Stampa: «Alegria», le Cirque du Soleil torna ad incantare l’Italia

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A Milano dal 23 febbraio, poi a Roma dal 27 aprile

 

«Alegria», le Cirque du Soleil torna ad incantare l’Italia

 

«Forse è troppo bello» ha detto David Zard quando ha visto per la prima volta, a Tokyo, «Alegria», una delle sei produzioni in tour mondiale del Cirque du Soleil, che arriverà a Milano dal 23 febbraio con, per sottotitolo, proprio la frase di stupore del produttore, cui si deve l’arrivo in Italia dello straordinario circo acrobatico canadese. Dopo il successo riscosso nel 2004 con «Saltimbanco», visto da oltre 300mila spettatori, il Cirque du Soleil si ripropone al pubblico di Milano e Roma (dal 27 aprile) con questo spettacolo ispirato alle corti barocche del Settecento, che tratta del potere e della sua trasmissione attraverso i tempi, del passaggio dalle monarchie antiche alle democrazie contemporanee. Nonostante arrivi solo oggi in Italia, dove la presenza di una grande scuola di circo aveva intimidito a lungo i canadesi, «Alegria» ha già un decennio di tour alle spalle, ed è già stato visto da otto milioni di persone, di cui un milione solo negli ultimi 12 mesi, tutti trascorsi in Giappone. Fa parte, insieme a «Saltimbanco» e «Quidam» (ora in tour a Hong Kong) di una trilogia curata dalla stessa equipe, guidata dal regista italiano Franco Dragone. Lo spettacolo ha un cast internazionale di 56 artisti da 14 nazioni, dalla Bielorussia alla Mongolia, ed è caratterizzato dalla prevalenza di numeri aerei «per esprimere – spiega Shawn Kent, direttore marketing del Cirque – l’idea di libertà che caratterizza Alegria». I numeri sono unici, ossia non presenti in altri spettacoli, come vuole la filosofia del circo canadese. Guidato dal gobbo Fleur, da una cantante bianca e una nera, i narratori dello spettacolo, il pubblico potrà ammirare esibizioni al trapezio sincronizzato, la danza dei coltelli di fuoco, numeri di giocoleria e di pertiche, uomini volanti, le acrobazie aeree degli angeli bianchi alla barra russa, le contorsioniste ed evoluzioni su sbarre aeree, collocate a oltre di altezza. Per il tour lavorano 150 persone, tra cui due insegnanti, due fisioterapisti e cinque cuochi. Insieme allo spettacolo viaggiano oltre 200 costumi, 300 paia di scarpe, 100 parrucche e 22 maschere dipinte a mano. I costumi, in particolare, sono dei capolavori di artigianato, realizzati con 500 gomitoli, di passamaneria, chili e chili di paillettes e chilometri di jersey. Zard spera che, prima o poi, questo fenomeno non si limiti solo a Milano e Roma, ma che il circo decida di proseguire il suo tour anche nelle altre città italiane. Ipotesi che Kent sta vagliando, soprattutto dopo i lusinghieri dati di «Saltimbanco», che ha raggiunto la percentuale record del 98% dei biglietti venduti nelle sue date italiane dello scorso anno.

 

Da del Mezzogiorno del 28-11-05

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