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Da Rastelli ai Medini, a Bergamo una lunga tradizione
 
Nella foto in alto un incredibile numero di Enrico Rastelli
Che a Bergamo il circo stia volentieri è cosa nota. Se n’è andato da poco l’American Circus, arrivato fuori tempo massimo (dopo la fiera di S. Alessandro), e guai se fosse mancato quest’anno ai bergamaschi, come pareva, il tradizionale appuntamento circense. Ma Bergamo ha salde radici nel circo non soltanto per l’attesa presenza dei suoi tendoni sulla nostra ambìta «piazza», ma altresì per aver alimentato con valore i suoi «quadri» artistici. Ed è naturale cominciare con l’indimenticato e insuperato Enrico Rastelli, «jongleur» definito «l’ottava meraviglia del mondo». Enrico era nato, nel 1896, in Russia, a Samara sul Volga, dove il padre Alberto, che aveva sposato la bergamasca Giulia Bedini, circense pure lei, era in tournée col circo Ciniselli. Crebbe a Bergamo, in casa degli zii materni, dove iniziò anche lo studio del violino. A Bergamo pure morì, a soli 35 anni, dopo uno spettacolo di beneficenza al Teatro Duse, quando già era stato vittima dell’emorragia causa della mortale infezione. Enrico è sepolto nel nostro cimitero monumentale. A farsi valere sono arrivati poi i suoi discendenti, celeberrimi clown e prestigiosi musicisti, bergamaschissimi. Nella nostra città vivono tuttora i parenti: Alfredo, nipote di Enrico, e i suoi due figli, Oreste e Vittorio.
Altra famosa famiglia circense targata Bg è quella dei Medini. Si comincia alla fine dell’800 col matrimonio di Leopoldo Medini, acrobata, con la bergamasca Chiara Zanetti, pure lei circense di razza. Ebbero 11 figli, una squadra di calcio. Abitavano, quando non erano in giro per il mondo, in via Rovelli. Li incontrammo una quindicina di anni fa – William Medini, il capo tribù, Alma, Ivano, Walter, Wirna – sulla piazza di Villa di Serio in occasione della festa dell’uva, mentre davano uno spettacolo mozzafiato. Altra illustre casata circense bergamasca è quella dei Triberti, il cui fondatore, Carlo Triberti, sposò la giovanissima Caterina Pesenti di Zogno dove la madre, vedova di guerra, gestiva l’osteria «Ol Pesa». Fantasioso manager del circo Tribertis (una esse in più in ditta per un tocco esotico) divenne il figlio Giancarlo. Lo incontrammo più d’una volta sulle nostre piazze. L’ultima fu alla Celadina con il suo circo trasformato in «Teatro storico» ispirato alla romanità, con tanto di bighe, forzuti gladiatori e arcate in poliestere. La malasorte stroncò Giancarlo Triberti, lasciando il circo in difficoltà, nel 1996 mentre era in tournée a Utrecht, in Olanda. Aveva 59 anni.
Franco Colombo
 
Da Rastelli ai Medini, a Bergamo una lunga tradizione

 

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