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30/04/2004: Il debutto di “Saltimbanco”: a Milano applausi per gli acrobati e i giocolieri (da “Il Corriere della Sera”)

Cirque du Soleil Saltimbanco

Cirque du Soleil Saltimbanco

Il debutto di "Saltimbanco": a Milano applausi per gli acrobati e i giocolieri (da "Il Corriere della Sera")

 

Cirque du Soleil in Italia, tra sogno e cartoon

MILANO – Saltimbanco , titolo italiano di tradizione dell’energico e multicolore show con cui ha debuttato a Milano, clamorosamente accolto dal pubblico, le Cirque du Soleil per la prima volta in Italia, mette in scena, truccato e tra-vestito come vuole la fantasia infantile, l’idea stessa del circo. Non quello di una volta con gli animali, gli odori, le gabbie, la sabbia, i clown col cerone, ma un circo lindo, stilizzato e un poco sterilizzato, atletico e giocoso, con effetti e affetti speciali per 53 artisti di 13 nazioni diverse ma tutti da dieci e lode. Che si esibiscono in una serie di acrobazie e meraviglie ginniche, presentandosi a scherzare col pubblico a 360 gradi sotto la tenda di Piazzale Cuoco prima di inquadrare, oplà si inizia, il sorriso di un mini clown tutto bianco che ci introduce nella bottega della magia. E’ una troupe, diretta da Franco Dragone, che non conosce la legge di gravità. Lo si capisce fin dal primo numero, i Pali cinesi, su cui si arrampicano venti acrobati di razza che, scivolando, passano di pertica in pertica con misteriosa eleganza felina. Ed è proprio Meraviglia la parola chiave di Saltimbanco, specie quando un’incredibile solista passeggia e potrebbe anche fare shopping su una doppia fune parallela con ombrellino e monociclo. Si passa poi a una ragazza giocoliere che fa rimbalzare quattro, sei, otto palline creando forme e disegni dinamici che neanche un cartoon, cedendo poi il passo alle “boleadore” che suonano un ipnotizzante strumento a percussione delle Pampas. Gli intermezzi grotteschi-brillanti sono affidati a un doppiatore di voci e rumori che ne fa di tutte e di più, dedicandosi anche a uno sciacquone impenitente, e arrivando nel secondo tempo (2 ore di show e 30 minuti di intervallo per la passeggiata tra i gadget) al numero col presunto spettatore che sta al gioco e finisce a fare il pistolero per ridere. Il numero che fa rimanere con gli occhi appesi in aria è quello dell’altalena russa, in cui una famiglia senza paura si esibisce in una esplosione di energia allo stato puro, si mette a piramide e viene catapultata a 13 metri di altezza prima di atterrare su divani elastici. Si va avanti, fra costumi surreali, vapori, fumi e luci che stanno tra conscio e inconscio. Due ragazze sul trapezio sono incantevoli, così perfette che fanno dimenticare il pericolo, diventano linee che si muovono nello spazio, almeno finchè un gruppo di fantastici uccelli bianchi plana sul palco e si fa una diabolica festa finale con follie varie e cappelli a lampada in cui ricompare il bambinetto da 8 e mezzo felliniano. L’importante è sognare e le Cirque du Soleil ha le carte per ipnotizzare a tutte le età, ogni tanto insistendo sugli effetti ma riuscendo talvolta a coniugare insieme il buffo, il poetico e il patetico di quel mondo che si passa il testimonial di incredibili acrobazie, di salti mortali, di giochi che si perdono nella notte dei tempi e che tornano oggi a rimbalzare nella fantasia per merito di questa multinazionale del fantasy, al ritmo di una circense banda rock che colora a tutto volume la serata. Maurizio Porro (da “Il Corriere della Sera”)

Salerno (Italy) – 30 April 2004 – 12:59:27

 

 

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